Jean Cocteau: differenze tra le versioni

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*Il Palais-Royal, il cortile del Louvre, i giardini di accesso, costituiscono un mondo a parte, un susseguirsi di palazzi fatati, di archi, di prati all'inglese, dove le statue fanno da piedistallo ai piccioni, dove i tulipani oscillano. (p. 62)
*[[Fréhel]] è una barbona sul tipo di [[Yvonne de Bray]]. [...] Nella metropolitana è spaventosa. Spaventosa e insolente (sicura di sé), sdentata, enorme, sporca, grassa, una specie di entità femminile – come a Marsiglia. Parte per la Germania, va a cantare nelle fabbriche. Che strana propaganda! (p. 65)
*Bérard dice: «Ogni volta che Picasso cerca di avvicinarsi all'umano, cade nel conformismo, nell'accademismo, nell'oleografia spagnola. Lo ritroviamo solo nelle sue opere indecifrabili. In esse regna con un senso plastico quasi infernale. La sua penan che sputa, macchia, strappa il foglio. La firma è sempre il suo miglior disegno». (p. 178)
*Cena con [[Christian Bérard| C. Bérard]] al ristorante cinese. Parliamo della nostra impresa. Il metodo di Bérard sta nello spaventarsi, neld emoralizzarsi, nel disperdersi, nel sudare per l'angoscia, appena non è più in diretto contatto con la tecnica. Vi attinge le energie e mescola onde che poi gli sono utili quando ritrova la calma. (p. 183)
*[[Yvonne de Bray]] (in gran forma) si ubriaca, strappa tutti i bozzetti di Annenkov, devasta la casa dei Rochas, mi telefona che non reciterà nel film, e mi ritelefona il giorno dopo didendo che reciterà. È un ciclone. Annenkov che passa per uno scenografo di prim'ordine sembrava, in un attimo, un povero portinaio in confronto a lei. Piccola epoca di piccole sagge pazzie, che non sopporta più i mostri sacri, di cui Yvonne rimane un modello. Se riesco a scatenare questo ciclone nel film, sarà magnifico. Ci riuscirò? (p. 183)
*A Bérard piacciono solo il disordine e le discussioni infuocate. Accende il fuoco e lo alimenta con dei ramoscelli. Il suo arrivo nei luoghi pubblici. La barba, il feltro tagliuzzato, i suoi stracci. Stupore. Come incoraggiamento tira fuori delle scatolette d'oro e mette dei biglietti da mille sul tavolo del ristorante. La gente pensa che siano oggetti rubati. Bérard porta lo stupore al massimo decorando il pane di senape e salsa inglese che cola da tutte le parti. (pp. 188-189)
*Pranzo da Maxim's. Dopo le prove, una carrozza con un cavallo bianco aspettava [[Marie Bell]] all'uscita della Comédie-Française. Sale, seguita dal suo segretario sovraccarico di pellicce e manoscritti. Apro il manoscritto e chiedo a Bell di lavorare su certi passi con un altro stile. Quando la carrozza parte mi trovo davanti trecento ersone che guardano lo spettacolo. (p. 192)
*Abbiamo fatto molta fatica a mettere sul treno Yvonne de Bray. Si rifiutava di partire senza vagone letto. Era ubriaca fradicia. [...] Rideva per gli angeli. Per lei era tutto lo stesso. Ha viaggiato in piedi. È arrivata a Nizza morta di stanchezza. (p. 195)