Luigi Bellotti Bon: differenze tra le versioni

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Giulio Piccini (Jarro)
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==Citazioni su Luigi Bellotti Bon==
*Luigi {{sic|Bellotti-Bon}} fu, non è a dirsi soverchio, un animatore, un ravvivatore del Teatro di prosa italiano: vi conferì nuova dignità, incuorò gli autori, migliorò, e molto, le condizioni degli attori, studiò la verità, la perfezione dell'arredo scenico: prodigò l'ingegno straordinario, instancabili cure a beneficio dell'Arte, nutrì, carezzò alti ideali: fu vittima di coloro stessi, in pro' de' quali più s'era adoperato. Su la sua tomba si sarebbe dovuto ritrarre la Ingratitudine umana, avida e obliosa, furente e perversa in atto di scavare, con le sue mani adunche quali artigli, la fossa ove fu precocemente accolto un uomo, un artista di vastissimo animo, di una delicata commovibilità, che lo traeva sin forse ad un orgoglio smodato, di una festevolezza sì geniale e composta nel riprodurre certi personaggi, che può dirsi rimase, nell'arte nostrana, insuperato modello di misura e d'eleganza. ([[Giulio Piccini]])
 
*Questo attore comico, di incomparabili finezze, quest'artista che aveva eccitato, e su le più incantevoli labbra, tanti sorrisi, che aveva incarnato una delle gaiezze, delle forze intellettive più sane del suo tempo, finì la sua vita con una tragedia.<br>Il colpo d'arma da fuoco, con cui si uccise, ebbe un'eco funebre ne' cuori di due generazioni, che l'avevano idolatrato, che in lui {{sic|vedeano}} l'eccitatore di tanti lieti pensieri, nella sua immagine il ricordo vivente di un'arte, composta di semplicità, di brio, di bontà, che addolciva l'animo umano, lo ritemprava, lo migliorava nel porgergli conforto. Egli che era stato uno de' ravvivatori, uno de' messaggeri di letizia pe' suoi contemporanei, si troncava la vita nello sgomento e nella disperazione.<br>Uscì dal palcoscenico per entrare nella tomba: passò rapido, per un impulso della sua mania omicida, dagli splendori, dagli orpelli, dagli sfarzi apparenti del Teatro, alle tenebre, alla gelidità del sepolcro, dalla commedia alla morte. ([[Giulio Piccini]])
 
*Stremato dalle imposte assunte per sé e per i suoi scritturati, non poté sostenere gli impegni presi, e in un'ora di scoramento si uccise: episodio di terrificante significato, che mostra lo Stato d'allora, non solo agnostico verso l'arte nazionale, ma addirittura suo nemico mortale, nel senso letterale di questo aggettivo. ([[Silvio D'Amico]])