Ippolito Pindemonte: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ippolito Pindemonte==
*[...] [[Giuseppe Torelli (matematico)|Giuseppe Torelli]] questo ci offre di singolare in sé stesso, che sino agli ultimi dì passò dall’arte de' versi alla scienza della quantità, e da questa ritornò a quella con una facilità incomparabile: al che se aggiungiamo, che cognizion di più lingue e letterature, erudizion generale, e fino gusto per le belle arti era in lui, s’intenderà leggermente, quanti tornar dovessero, e quanti vari i suoi intellettuali piaceri. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n100/mode/1up p. 93])
*I versi del Torelli alla sua prosa non cedono, se io m'appongo; benché, soddisfacendo agli altri, paresse non soddisfar bastantemente a sé stesso, pochi essendo, e brevi la più parte, i componimenti poetici che di lui abbiamo. Tutti del resto in volgare; ed è una certa {{sic|maraviglia}} che, amando egli d'esercitarsi più nella latina prosa, che nell'italiana, e anco esercitandovisi meglio, un sol verso latino non si vedesse uscirgli mai dalla penna. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n113/mode/1up p. 106])
*{{NDR|Giuseppe Torelli}} Fu di mezzana statura, di faccia accesa e regolare, di fronte larga, d'occhi neri e vivaci, e nel tempo stesso di fisonomia grave, pensosa e meditativa. Benché sembrasse parlar volentieri con tutti, e a tutti, quanto ragion vuole, s'accomodasse, pur si vedea che non {{sic|intertenevasi}} con piacere se non tra persone che in qualche arte o scienza si dilettassero; non già che in ogni uomo esigesse il sapere, ma del sapere almeno {{sic|esigea}} la stima ed il desiderio. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n140/mode/1up p. 133])
*''[[Malinconia|Melanconia]], | ninfa gentile, | la vita mia | consegno a te. | I tuoi piaceri | chi tiene a vile, | ai piacer veri | nato non è.'' (da ''[[s:Poesie campestri/La Melanconia|La Melanconia]]'', IV, in ''Poesie Campestri'')
*''Son cari a Bacco [[Valpolicella|questi colli]], e cara | questa fonte alle Naiadi è non meno. | Se troppo di quel Nume hai caldo il seno, | tu con quest'acque a rinfrescarlo impara.'' (''Inscrizione sopra una fonte'')
*''Un mucchio d'ossa | sente l'onor degli accerchianti marmi | o de' custodi delle sue catene | cale a un libero spirto?'' (da ''I sepolcri'', 40-43)
 
==''Elogi di letterati italiani''==
*[...] [[Giuseppe Torelli (matematico)|Giuseppe Torelli]] questo ci offre di singolare in sé stesso, che sino agli ultimi dì passò dall’arte de' versi alla scienza della quantità, e da questa ritornò a quella con una facilità incomparabile: al che se aggiungiamo, che cognizion di più lingue e letterature, erudizion generale, e fino gusto per le belle arti era in lui, s’intenderà leggermente, quanti tornar dovessero, e quanti vari i suoi intellettuali piaceri. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n100/mode/1up p. 93])
*I versi del Torelli alla sua prosa non cedono, se io m'appongo; benché, soddisfacendo agli altri, paresse non soddisfar bastantemente a sé stesso, pochi essendo, e brevi la più parte, i componimenti poetici che di lui abbiamo. Tutti del resto in volgare; ed è una certa {{sic|maraviglia}} che, amando egli d'esercitarsi più nella latina prosa, che nell'italiana, e anco esercitandovisi meglio, un sol verso latino non si vedesse uscirgli mai dalla penna. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n113/mode/1up p. 106])
*{{NDR|Giuseppe Torelli}} Fu di mezzana statura, di faccia accesa e regolare, di fronte larga, d'occhi neri e vivaci, e nel tempo stesso di fisonomia grave, pensosa e meditativa. Benché sembrasse parlar volentieri con tutti, e a tutti, quanto ragion vuole, s'accomodasse, pur si vedea che non {{sic|intertenevasi}} con piacere se non tra persone che in qualche arte o scienza si dilettassero; non già che in ogni uomo esigesse il sapere, ma del sapere almeno {{sic|esigea}} la stima ed il desiderio. (da ''Elogi di letterati italiani'', per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>, vol. II, [https://archive.org/details/bub_gb_Iqw8JtkBE6wC/page/n140/mode/1up p. 133])
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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==Bibliografia==
*Ippolito Pindemonte, ''Arminio'', stamperia Klert, Filadelfia [i.e. Pisa], 1804. ([http://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/pindemonte/arminio/pdf/armini_p.pdf e-book Liber Liber])
*Ippolito Pindemonte, ''Elogi di letterati italiani'', , vol. II, per Giovanni Silvestri, Milano, 1829<sup>2</sup>.
 
==Voci correlate==