Donne genovesi: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:47, 15 lug 2021

Citazioni sulle donne genovesi.

Due donne genovesi in costumi d'epoca

Citazioni

  • Donne brutte e nello stesso tempo attiranti (per riflessione) in una di quelle stradine parallele al mare e che non ho potuto ritrovare. (Gustave Flaubert)
  • [Sulla popolazione di Genova] È come un formicaio convulso: vecchie nere, donne molli e grasse, ragazze agile e graziose, marinai dalla faccia scure e gli occhi azzurri, operai e soldati. (Pío Baroja)
  • E vidi un'altra novità in quella | città, che dura da la state al verno, | che strana pare, quando si novella: | io dico che i demoni de lo 'nferno | non son sì neri, come stan dipinte | le donne qui, ché più non ne discerno | che gli occhi e i denti, sì son forte tinte. (Fazio degli Uberti)
  • Ed io dicevo che mettere le signore di Genova al rango delle principesse di Francia era come mettere dei pipistrelli sullo stesso piano delle aquile. (Montesquieu)
  • Genova, reina e capo della Liguria, anzi del Tirreno (che, per le sue bellezze, nobiltate e ricchezze meritamente tal nome le se puote attribuire, la quale fra tante sue grazie da Iddio, dalla natura e d'amore ricevute, di bellissime gentili e cortesi donne, più che altra città d'Italia, era ed è oggi di adornata). (Giovanni Battista da Udine)
  • I Genovesi sono molto paurosi, anche se orgogliosissimi.
    Le signore sono molto altezzose. (Montesquieu)
  • I lunghi veli, le belle capigliature nere di cui le Genovesi hanno gran cura e di cui sono giustamente orgogliose formano un magnifico accordo e fanno apparir belle le Genovesi a dieci passi di distanza. Più da vicino sono come le altre, sono come tutte: ce n'è alcune belle e le altre sono semplicemente donne: è già molto. (Alphonse Karr)
  • Il buon Tomás ebbe modo di ammirare anche i biondi capelli delle genovesi, l'eleganza e la cortesia degli uomini, l'ammirevole bellezza della città che sembrava avere le case incastonate su per quelle rocce come diamanti nell'oro. (Miguel de Cervantes)
  • Irraggia lo splendore orientale | Genova nelle donne dalla testa | Sibillina, dal carco profumato | Della lor chioma grave lungo attorta | Genova in sogno tra il brusìo confuso | Genova marinara che fa festa. (Dino Campana)
  • Le donne di Genova portano gonne strette | le donne di Genova non ridono per niente | le donne di Genova pensano sia normale | mettersi a letto e leggere il giornale. (Francesco Baccini)
  • Le donne quasi tutte di una bruttezza incredibile, ma qualche volto grazioso, quando c'era, messo in risalto dal velo bianco. Una ragazza vendeva castagne, profilo nobile e capelli biondi, bellissima; ma giallognole, per la maggior parte, e mal fatte. Tuttavia, l'effetto del costume, per la strada, veramente delizioso. (John Ruskin)
  • Le signore [genovesi] affettano modi francesi e hanno più grazie di quelle che imitano. (Mary Wortley Montagu)
  • Onorina Pedrotti è una di quelle belle genovesi che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di Giuliano, Michelangelo prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (Honoré de Balzac)
  • Tutti veli bianchi, e un immenso contrasto tra gli uomini e le donne: spesso una signora ben vestita, o qualcosa di apparentemente tale, appoggiata al braccio di uno sciatto ciabattino con un'aria da vagabondo. Moltissimi begli occhi, e labbra, ogni tanto, ma niente altro: brutto incarnato, tutte. (John Ruskin)

Mark Twain

  • In genere le strade sono larghe all'incirca da quattro-cinque piedi a otto, e contorte come cavatappi. Percorri una di queste tetre fenditure, guardi su e vedi il cielo ridotto a somiglianza di un nastro di luce, molto in alto, dove le cime dei palazzi sui due lati della strada quasi si uniscono. Ti sembra di essere sul fondo di qualche terribile abisso, col mondo intero molto al di sopra di te. Ti aggiri a caso attraverso di esse nella maniera più misteriosa e non sai orientarti meglio che se fossi cieco. Non riesci a persuaderti che queste sono vere strade e che i torvi, foschi, mostruosi palazzi siano case, finché non vedi una donna elegante e bella emergere da qualcuna di queste buie e desolate tane che per metà sembrano prigioni. E ti chiedi come possa una così incantevole crisalide venir fuori da un bozzolo tanto poco attraente.
  • "La superba", "la città dai bei palazzi", sono da secoli gli appellativi di Genova. Certo essa è piena di palazzi, e questi dentro sono sontuosi ma esternamente molto malandati e senza pretese di grandiosità architettonica. "Genova la superba" sarebbe un titolo indovinato se si riferisse alle donne.
  • Mi piacerebbe restar qui. Preferirei non procedere oltre. Può darsi che ci siano, in Europa, donne più graziose, ma io ne dubito. La popolazione di Genova è di 120.000 anime; di queste, due terzi sono donne, direi, e almeno due terzi delle donne sono belle; ben vestite, fini, leggiadre quanto si può senza essere angeli. Gli angeli, però, non sono molto ben vestiti, mi pare, almeno quelli dei dipinti: non hanno che le ali. E queste donne genovesi sono incantevoli. La più gran parte di queste damigelle son rivestite di una bianca nube dalla testa ai piedi, sebbene molte si adornino in maniera più complicata. Nove su dieci non hanno sul capo null'altro che un sottilissimo velo ricadente sulle spalle a guisa di bianca nebbia. Hanno capelli biondissimi e molte di loro occhi azzurri, ma più spesso si vedono occhi neri e sognanti occhi castani.
  • Scrutavo ogni viso di donna che passava e mi parevano belli tutti. Mai visto una simile marea di bellezza. Non vedo come un uomo di normale fermezza di carattere possa sposarsi qui, poiché, prima di decidersi, s'innamorerebbe di qualche altra.

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