Silvio Berlusconi/Citazioni su Silvio Berlusconi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 80:
*{{NDR|Sulle caratteristiche del suo linguaggio e sullo stile comunicativo}} La [[lingua (idioma)|lingua]] di Berlusconi, guardata al microscopio, si rivela veramente strana: una lingua in pericolo, che nasconde una quantità di sottilissime crepe, di ragnature, di aree sconnesse che si rivelano solamente a un'osservazione più attenta. Piccole sgrammaticature, combinazioni incongrue di parole, collegamenti semantici dubbi: insomma, una varietà di segni di un incompleto controllo dell'italiano [...] Anche in questo Berlusconi è come gli italiani, e ciò spiega in parte il credito del quale è riuscito a godere. ([[Raffaele Simone]])
*La prima volta ci vedemmo in ospedale, al San Pio X. Erano i primi Anni 70, lui era un giovane imprenditore. Ed era malato seriamente. Io gli parlai: "Lei guarirà e farà grandi cose". Nel '94, al tempo della sua discesa in campo, gli dissi che lui era una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia. ([[Luigi Maria Verzé]])
*La vita privata dell'allora presidente del consiglio era disordinata, pericolosa e assai poco esemplare. Però non era un reato (non suo, almeno). Quindi sarà stata riprovevole ma era legittima com'è legittimo (e riprovevole) pagare per avere sesso. Chi ama Berlusconi continuerà ad amarlo. Chi lo odia, continuerà a odiarlo. Nessuno cambierà idea. Entrambe le categorie sono però ormai minoranze: la maggioranza s'è semplicemente, nel tempo, allontanata dalla questione e dalla persona. E dal politico, la cui sconfitta elettorale in campo aperto è [...] la soluzione ''de facto'' del [[Conflitto di interessi|conflitto d'interessi]], il fattore che inchioda Berlusconi alle riforme. ([[Stefano Menichini]])
*{{NDR|Nel 1994}} Lei chiede per sé gli stessi diritti del cittadino comune. Ma lei non è un cittadino comune. E neanche un imprenditore comune. È il proprietario della più grande concentrazione privata di mezzi di comunicazione che ci sia in Europa. La libertà che chiede per sé, noi la chiediamo per tutti. ([[Beniamino Andreatta]])
*Lo ricevetti {{NDR|nel 1990, alla vigilia della presentazione della legge Mammì}} mantenendo un atteggiamento doverosamente istituzionale. Lui invece non smise un attimo di scherzare e far battute, cercando in ogni modo di accattivarsi la mia simpatia. Alla fine, con sguardo impassibile, gli dissi solo che avrei tenuto in debito conto le sue parole. Un commesso aveva appena aperto la porta per accompagnarlo all'uscita, quando accadde l'incredibile. Berlusconi mi s'inginocchiò davanti e, baciandomi la mano, mi disse: «La prego, ministro, non rovini me e le mie due famiglie!». ([[Oscar Mammì]])