Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Sempre più chiaramente obbiettivandosi di grado in grado, la [[volontà]] agisce tuttavia ancor del tutto incosciente, come oscura forza impulsiva. (§ 27)
*[...] se si conducesse il più ostinato [[ottimismo|ottimista]] attraverso gli ospedali, i lazzaretti, le camere di martirio chirurgiche, attraverso le prigioni, le stanze di tortura, i recinti degli schiavi, pei campi di battaglia e i tribunali, aprendogli poi tutti i sinistri covi della [[miseria]], ove ci si appiatta per nascondersi agli sguardi della fredda curiosità, e da ultimo facendogli ficcar l'occhio nella torre della fame di Ugolino, certamente finirebbe anch'egli con l'intendere di qual sorte sia questo ''meilleur des mondes possibles''. Donde ha preso [[Dante Alighieri|Dante]] la materia del suo ''Inferno'', se non da questo mondo reale? E nondimeno n'è venuto un [[inferno]] bell'e buono. Quando invece gli toccò di descrivere il cielo e le sue gioie, si trovò davanti ad una difficoltà insuperabile: appunto perché il nostro mondo non offre materiale per un'impresa siffatta. (§ 59; tomo II, p. 266)
*Templi e chiese, pagode e moschee testimoniano con sfarzo e grandezza, in tutti i paesi, in tutti i tempi, il bisogno metafisico dell'uomo, che, forte e inestirpabile, segue da presso quello fisico. (2010)
*Tutta la [[conoscenza]], originariamente e secondo la sua essenza, è al servizio della volontà. Il punto di partenza della conoscenza non è altro se non volontà oggettiva.<ref name=cic/>
*Un eterno [[divenire]], una corsa senza fine, ecco la caratteristica con cui si manifesta l'essenza della volontà. Di tal natura sono infine gli sforzi e i desideri umani, che ci fanno brillare innanzi la loro realizzazione come fosse il fine ultimo della volontà; ma non appena soddisfatti, cambiano fisionomia; dimenticati, o relegati tra le anticaglie, vengono sempre, lo si confessi o no, messi da parte come illusioni svanite.