Francesco Guccini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Parlando di [[Riccardo Bertoncelli]]}} Con il tempo, abbiamo interrotto le ostilità. Qualche anno fa, durante una delle tante cene organizzate dal Premio Tenco, mi avvicinò una ''fan'' che, saputo della presenza di Bertoncelli a un altro tavolo, mi chiese se potevo presentarglielo. Pensa te, cosa mi è toccato fare. Ho avuto la mia vendetta l'anno scorso, quando un altro ''fan'', più giovane, mi ha domandato: "Senti Francesco, questo Bertoncelli che citi ne ''L'avvelenata'', ma si può sapere chi cazzo è?". (p. 86)
*Credo che i cattolici apprezzino le mie canzoni perché dietro vedono solo me stesso, nessuna sovrastruttura, nessuna strumentalizzazione o polemica fine a se stessa; l'ambiente di sinistra suppongo mi stimi per la mia coerenza e per il mio rimanere il più possibile lontano da atteggiamenti divistici. (pp. 86-87)
*A casa non ho i miei dischi. O meglio, ne conservo qualcuno, ma non saprei dire né dove, né come, né quando, né, soprattutto, perché. (p. 91)
*{{NDR|Nella prima metà degli anni sessanta}} [...] ma allora il mio approccio al mondo della muscia era ancora molto ''naïf''. Facevo dischi perché ero curioso, volevo vedere come funzionava uno studio di registrazione, come venivano accolte le mie canzoni. C'è stata, per qualche anno, una beata incoscienza che mi ha portato ad accettare arrangiamenti o concetti che magari non mi piacevano. È che io ero ancora troppo incerto e impreparato per sapere che cosa volessi davvero. Di sicuro, una cosa che volevo era sviluppare un discorso compiuto in uno spazio più ampio del 45 giri. Sono stato tra i primi a concepire l'album come prodotto unico, come idea. Prima d'allora, i cantanti incidevano un album solo dopo aver raggiunto il successo e spesso i primi dischi altro non erano che raccolte di singoli. (p. 91)
*L'[[America]] era meglio immaginarla che viverla. (p. 96)
 
==Citazioni su Francesco Guccini==