Guerra in Bosnia ed Erzegovina: differenze tra le versioni

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*Dobbiamo usare la forza per distruggere le capacità militari serbe prima che la guerra si estenda a tutti i Balcani. ([[Sali Berisha]])
*[È un] campo di sterminio o qualcosa di simile, pensavo che non ne avremmo mai più dovuti vedere in Europa (perché) non è degno d'Europa, non è degno dell'Occidente e non è degno degli Stati Uniti [...] Questo sta accadendo nel cuore dell'Europa e non abbiamo fatto il necessario per fermarlo. Si trova nella sfera di influenza europea. Se ne dovrebbe prendere coscienza in ambito europeo. [...] Siamo poco più che complici del massacro. ([[Margaret Thatcher]])
*In Bosnia si consuma una guerra che ha insieme elementi di secessione e di scontro tra gruppi etnici.<br>La Bosnia si trova in una situazione estrema per altre dimensioni che possono attenuare o inasprire un conflitto: popolazioni estremamente battagliere, memorie storiche pesanti, una configurazione sfavorevole del terreno con lunghe esperienze di guerriglia. ([[Demetrio Volcic]])
*In Bosnia sono state identificate circa diciassettemila persone che hanno partecipato a crimini di guerra. Alcuni si nascondono, alcuni sono scappati in altri Paesi, ma la maggior parte dei responsabili di quei crimini sono ancora liberi, compresi i colpevoli per il genocidio; vivono accanto alle vittime, impuniti come se nulla fosse accaduto, spesso posizioni pubbliche importanti. Probabilmente la maggior parte dei colpevoli non sarà mai processata. Parafrasando il titolo del famoso libro di Hannah Arendt ''La banalità del male'', in Bosnia, si potrebbe scrivere sul trionfo del male. Il più profondo [[dolore]] diminuisce con il tempo, con il passare degli anni siamo in grado di accettare anche le perdite che ci parevano inammissibili, tutto passa tranne il sentimento provocato dall'[[ingiustizia]]. Quello cresce, si rafforza con il passare del tempo. E' il germoglio della futura vendetta. Può restare a lungo assopito, si risveglia quanto meno ce l'aspettiamo e, questa forza, chiunque tocchi, lo contagia. Riesce a riproporsi dopo centinaia di anni, per spargere il suo veleno sugli innocenti, inconsapevoli del peccato originale. ([[Azra Nuhefendić]])
*La città di Sarajevo, in prevalenza musulmana, era accerchiata e bombardata giorno e notte. Altrove in Bosnia-Erzegovina, specie lungo il fiume Drina, intere città erano sottoposte a massacri e saccheggi in quella che i serbi stessi definivano «pulizia etnica». A rigor di termini, sarebbe stato più esatto parlare di «pulizia religiosa». Milošević era un burocrate ex comunista riciclato come nazionalista xenofobo, e la sua crociata antimusulmana, in realtà una copertura per l'annessione della Bosnia a una «Grande Serbia», fu condotta da milizie non ufficiali, operanti sotto il suo «rinnegabile» controllo. In queste bande, costituite di fanatici religiosi, spesso benedetti da preti e vescovi ortodossi, confluirono talvolta «volontari» di fede ortodossa provenienti dalla Grecia e dalla Russia. Esse si misero d'impegno a cancellare ogni testimonianza della civiltà ottomana, come nel caso particolarmente atroce di Banja Luka, allorché vennero fatti saltare con la dinamite parecchi minaretti storici; questo atto di barbarie non fu il frutto di una battaglia, ma venne perpetrato durante un cessate il fuoco. ([[Christopher Hitchens]])
*La gente muore senza motivo. Non è una guerra, perché non sono colpiti gli obettivi militari, ma non è nemmeno una battaglia di trincea. È soltanto una violenza gratuita e indiscriminata, assassinio. In Bosnia la guerra probabilmente finirà quando saranno finiti i musulmani. ([[Demetrio Volcic]])
*La guerra che si combatte oggi in Bosnia-Erzegovina non è altro che la continuazione della Seconda guerra mondiale, ma questa volta senza i comunisti, senza i partigiani. ([[Milovan Gilas]])
*Quando anni prima avevo viaggiato in Iugoslavia ero rimasta piacevolmente colpita dalla grande cura che veniva riservata al patrimonio artistico, nonché dalla coesistenza, spesso all'interno di una stessa città, di chiese cattoliche e ortodosse mescolate a una o più moschee. Adesso invece i luoghi di culto erano stati danneggiati e la Biblioteca nazionale di Sarajevo, con la sua collezione di libri rari di epoca ottomana, era stata bombardata e distrutta da un incendio. ([[Madeleine Albright]])
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*Sarajevo era il principale ostaggio dei Serbi. La città era demoralizzata, sfiancata, angosciata dall'idea di affrontare un nuovo inverno senza luce, senza nafta, sotto il tiro dei cecchini e degli artiglieri serbi, appostati sulle montagne come sulle scalinate di un anfiteatro.
*Sulla soglia del quarto inverno d'assedio, quella città, simbolo insanguinato del nostro secolo, comincia a intravedere uno spiraglio. Non ci si può stupire e ancor meno ci si può indignare se la breccia viene aperta, scavata con il ferro e il fuoco. Per spegnere la violenza insensata degli assedianti era ed è indispensabile la violenza della ragione. La coscienza l'invocava da un pezzo, ma c'è voluto un bel po' di tempo perché si creassero le condizioni per un impiego razionale, giusto della forza vera. L'Europa incerta, divisa, non ne aveva i mezzi. L'America li aveva ma non era disposta a correre rischi. Sarajevo ha pagato duramente il prezzo della lunga esitazione dell'Occidente, sorpreso dalla crisi nell'ex Jugoslavia mentre era nel mezzo del guado tra la guerra fredda e il postcomunismo. Sarebbe meglio, sarebbe più nobile poter dire che il sangue delle vittime del mercato coperto di Sarajevo, schizzato sui nostri teleschermi lunedì, ha fatto traboccare il vaso del sopportabile, e che per questo sono decollati i bombardieri della Nato.
 
===[[Demetrio Volcic]]===
*In Bosnia si consuma una guerra che ha insieme elementi di secessione e di scontro tra gruppi etnici.<br>La Bosnia si trova in una situazione estrema per altre dimensioni che possono attenuare o inasprire un conflitto: popolazioni estremamente battagliere, memorie storiche pesanti, una configurazione sfavorevole del terreno con lunghe esperienze di guerriglia.
*La gente muore senza motivo. Non è una guerra, perché non sono colpiti gli obettivi militari, ma non è nemmeno una battaglia di trincea. È soltanto una violenza gratuita e indiscriminata, assassinio. In Bosnia la guerra probabilmente finirà quando saranno finiti i musulmani.
*Lo stupro di circa 20.000 donne musulmane era sistematico, e fa parte di una politica deliberata, volta a creare attraverso la pulizia etnica lo spazio per la «grande Serbia». Lo stupro è uno strumento cosciente demoralizzazione della gente.
 
==Voci correlate==