Francesco Guccini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su ''La mia generazione ha perso'' di Giorgio Gaber}} Mio padre si è fatto due anni di servizio militare, due anni di guerra d'Africa e cinque anni di guerra mondiale: di cui due in campo di concentramento. Ecco, la sua era una generazione che aveva perso, essendo cresciuta durante il fascismo. Noi, bene o male, siamo invece riusciti a fare le nostre cose. Anche più dei giovani di oggi, che non hanno mai lavoro sicuro. La nostra generazione è stata abbastanza fortunata, ha trovato spazio, possibilità, modo di esprimersi. Non ha perso. Anche se, forse, quel concetto veniva solo da un momento di pessimismo di Giorgio. Solo, ho il rimpianto di non averglielo mai chiesto.<ref>Citato in Pedrinelli, p. 148.</ref>
*Nel 1964 era uscita ''Auschwitz'', nel 1966-67 ''Dio è morto'' e all'epoca ricordo che ci incontravamo in un appartamento di amici, che era stato liberato dai genitori ed era stato battezzato "Folkstudio", dove ci trovavamo certe sere alla settimana a suonare e a discutere. Cantavamo canzoni anarchiche di fine Ottocento, inizi Novecento, come quelle di [[Pietro Gori]].<ref group="fonte">Da [https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/01/31/news/francesco_guccini_il_mio_68_sognando_dylan_e_i_provos_-187742521/ ''Francesco Guccini: "Il mio '68 sognando Dylan e i Provos"''], ''Rep.repubblica.it'', 31 gennaio 2018.</ref>
*Ogni [[Opera d'arte|opera]] – sia una canzone, sia una poesia, sia un libro, un romanzo etc. – va per il mondo... e ognuno ha il diritto di interpretarla come vuole. Non è che il pensiero dell'autore sia necessariamente il pensiero giusto; non c'è un pensiero giusto: ci sono vari modi di interpretare una cosa, un pezzo, una frase...<ref group="fonte">Dal programma televisivo ''Che tempo che fa'', Rai 3, 11 febbraio 2006. [http://www.youtube.com/watch?v=odm9mVnBpCM Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*[[Raoul Casadei|Raoul]] e, prima ancora, suo zio [[Secondo Casadei|Secondo]] hanno saputo intercettare l'ansia di spensieratezza che c'era nel Dopoguerra, una voglia di ballare che "faceva luce".<ref>Citato in Matteo Cruccu, ''«Il suo ballo era luce. Ha saputo intercettare l'ansia di spensieratezza del Dopoguerra» <small>Guccini: negli anni d'oro riusciva a suonare ogni sera</small>'', ''Corriere della Sera'', 14 marzo 2021.</ref>
*[[Zucchero (cantante)|Zucchero]] è la semplicità: un modo di vedere la vita, gli amici e il proprio ambiente che difficilmente viene abbandonato. È rimasto ancorato ai posti che lo hanno prodotto.<ref group="fonte">Dal programma televisivo ''Un soffio caldo – Natale con Zucchero'', Rai 2, 21 dicembre 2010.</ref>