Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Chi ama la verità odia gli [[dèi]], così al singolare come al plurale.<ref name=Morale />
*Dal momento che l'ultima ratio theologorum, cioè il rogo, non è più di moda, sarebbe un poltrone colui che usasse ancora tanti riguardi con la menzogna e l'impostura.<ref name=Morale />
*'''Demofele''' — Detto trafra noi, noncaro, mivecchio piaceamico, mionon caromi amico,piace che dall'altotu delladi tuaquando filosofiain tuquando tifaccia prenda giocosfoggio della religionetua ecapacità filosofica ricorrendo a voltesarcasmi, anzi, laa scherniscauno apertamentescherno palese nei riguardi della religione. PerA ciascunoognuno la sua fede è sacra, e: dovrebbe esserlo anche pera te.<br />'''Filalete''' — ''Nego consequentiam!'' Non vedocapisco, perché io, sea altricausa sidella lascianostoltezza abbindolaredi un altro, iodebba dovreiaver rispettarerispetto per la menzogna e l'inganno.<ref>Da ''Della religione'', n. 174, in ''ParerghiParerga e paralipomeniparalipomena'';, citato2007, intomo [[Fruttero & Lucentini]]II, ''Íncipit'', Mondadori,p. 1993423.</ref>
*[[Dio]] è nella moderna filosofia ciò che furono gli ultimi re franchi sotto i majores domus, un vuoto nome che si conserva per fare più tranquillamente all'ombra di esso il proprio comodo.<ref name=Morale />
*Dio è per i prìncipi lo spauracchio con cui essi mandano a letto i bambini grandi quando non c'è più altro che serva; quindi essi l'hanno in gran conto. [...] Di più, dopo che cadde in disuso l'ultima ratio theologorum, quel mezzo di governo perdette molto della sua efficacia. Imperocché tu ben sai che le religioni sono come le [[lucciola|lucciole]]: per risplendere esse hanno bisogno dell'oscurità. Un certo grado di ignoranza generale è la condizione di tutte le religioni, è il solo elemento nel quale esse possono vivere.<ref name=Morale />