Pietro Ingrao: differenze tra le versioni

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*Al mio paese c'è un bel santuario dedicato alla Madonna del Colle. In occasione del tricentenario della fondazione di questo santuario verrà a parlare uno con cui ci salutiamo anche gentilmente. Verrà a parlare della [[Maria|Madonna]] uno che si chiama Giulio Andreotti. Ci siamo capiti.<ref>Da Pietro Ingrao e Alex Zanotelli, ''Non ci sto!'', Manni Editori, 2003.</ref>
*È una grande giornata di speranza per le lotte molto importanti che aspettano voi e tanti lavoratori in Italia e anche fuori d'Italia. Io vi saluto, vi ringrazio di essere venuto qui e vi dico con un vecchio motto: la lotta continua! Auguri a voi, auguri ai lavoratori, auguri agli uomini di pace!<ref>Dal discorso alla manifestazione del 20 ottobre 2007 a Roma. Video disponibile su ''[http://it.youtube.com/watch?v=z_KN1wA8h_g Youtube.com]''.</ref>
*[...] lasciatemi ricordare che la [[rivoluzione culturale]] cinese non è stata certo un'esplosione di spontaneità. Si è trattato là di una consapevole ed organizzata mobilitazione di forze che erano massicciamente presenti nel partito e nella società [...] E tutti quanti sappiamo che si è trattato di un rivolgimento sì; ma di un rivolgimento fortemente guidato dall’alto e concluso dall’alto.<ref>Dal [https://ilmanifesto.it/la-questione-del-manifesto-comitato-centrale-del-pci-1969/ discorso al Comitato centrale del PCI sulla radazione del ''manifesto''], 15 ottobre 1969. Trascritto su ''ilmanifesto.it''.</ref><ref>Citato in Lorenza Cerbini, ''[https://www.corriere.it/politica/cards/come-parlava-pci-abatino-mosca-cocchiera-180-parole-perdute/tigre-carta.shtml Come parlava il Pci: da «abatino» a «mosca cocchiera», 180 parole «perdute»]'', ''corriere.it'', 14 febbraio 2018.</ref>
*Tu sali sul palco, hai dinnanzi, come ce le ho avute, piazze piene di gente. È un po' una sceneggiata, un atto teatrale: i saluti, la presentazione, gli evviva, le bandiere. Tutto questo, però, è come l'involucro. Poi comincia una cosa molto più difficile e profonda: tu che stai là sopra riuscirai a comunicare veramente? Lo scopri solo se c'è un momento, del [[comizio]], del tuo discorso, in cui senti che ti puoi fermare, senza nemmeno finire la frase. Ti fermi e ti accorgi che la piazza non si muove perché aspetta il seguito della tua frase. Se in quel momento ti accorgi che ti puoi fermare, bere un bicchiere d'acqua, soffiarti il naso o non fare nulla, e la piazza sta ferma a sentire, allora vuol dire che si è creato un filo, una comunicazione, un legame, tanto forte quanto impalpabile, tra te e le persone.<ref>Citato in Mario Sesti, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/30/ingrao-il-mio-chaplin.html Ingrao: il mio Chaplin]'', ''la Repubblica'', 30 marzo 2005.</ref>
*Tutte le cose intorno a noi sottolineano l'urgenza di procedere ad un profondo rinnovamento della vita economica e dell'apparato produttivo, indispensabile per ridurre il flagello dell'inflazione, per aprire una possibilità di lavoro qualificato per milioni di giovani e di donne, oggi senza prospettiva, per restituire forza, prestigio e stabilita all'Italia nell'economia mondiale e nel tormentato orizzonte internazionale. Ciò domanderà grande rigore e giustizia nelle scelte che compirete, severità nel costume politico, intelligenza innovativa e respiro democratico nella mobilitazione delle energie creative di grandi masse umane, chiamate a portare il paese fuori dalla pesante crisi che lo percuote. [...] Il nostro è un popolo forte, maturo, che può e sa affrontare le prove e i sacrifici necessari, e sa darsi una giusta e responsabile autodisciplina, a condizione di essere sempre più chiamato a conoscere, a partecipare, a controllare.<ref>Dal discorso di insediamento alla Presidenza della Camera, VII legislatura, 5 luglio 1976; disponibile su ''[http://storia.camera.it/presidenti/ingrao-pietro/vii-legislatura-della-repubblica-italiana/discorso:0#nav Camera.it]''.</ref>