Libri dei Re: differenze tra le versioni

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*Nell'anno ventiseiesimo di Asa re di Giuda, su Israele in Tirza divenne re [[Ela (re)|Ela]] figlio di Baasa; regnò due anni. Contro di lui congiurò un suo ufficiale, [[Zimri]], capo di una metà dei carri. Mentre quegli, in Tirza, beveva e si ubriacava nella casa di Arza, maggiordomo in Tirza, arrivò Zimri, lo sconfisse, l'uccise nell'anno ventisettesimo di Asa, re di Giuda, e regnò al suo posto. (I, 16, 8 – 10)
*Nell'anno ventisettesimo di Asa re di Giuda, [[Zimri]] divenne re per sette giorni in Tirza, mentre il popolo era accampato contro Ghibbeton, che apparteneva ai Filistei. Quando il popolo accampato colà venne a sapere che Zimri si era ribellato e aveva ucciso il re, tutto Israele in quello stesso giorno, nell'accampamento, proclamò re di Israele [[Omri]], capo dell'esercito. Omri e tutto Israele, abbandonata Ghibbeton, andarono a Tirza. Quando vide che era stata presa la città, Zimri entrò nella fortezza della reggia, incendiò il palazzo e così morì bruciato. Ciò avvenne a causa del peccato che egli aveva commesso compiendo ciò che è male agli occhi del Signore, imitando la condotta di Geroboamo e il peccato con cui aveva fatto peccare Israele. (I, 16, 15 – 19)
*Nell'anno trentunesimo di Asa re di Giuda, divenne re di Israele [[Omri]]. Regnò dodici anni, di cui sei in Tirza. Poi acquistò il monte Someron da Semer per due talenti d'argento. Costruì sul monte e chiamò la città che ivi edificò [[Samaria (città antica)|Samaria]] dal nome di Semer, proprietario del monte. Omri fece ciò che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. Imitò in tutto la condotta di Geroboamo, figlio di Nebàt, e i peccati che quegli aveva fatto commettere a Israele, provocando con le loro vanità a sdegno il Signore, Dio di Israele. (I, 16, 23 – 26)
*[[Acab]] figlio di Omri fece ciò che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. Non gli bastò imitare il peccato di Geroboamo figlio di Nebàt; ma prese anche in moglie [[Gezabele]] figlia di Et-Bàal, re di quelli di Sidone, e si mise a servire Baal e a prostrarsi davanti a lui. Eresse un altare a Baal nel tempio di Baal, che egli aveva costruito in Samaria. Acab eresse anche un palo sacro e compì ancora altre cose irritando il Signore Dio di Israele, più di tutti i re di Israele suoi predecessori. Nei suoi giorni Chiel di Betel ricostruì Gerico; gettò le fondamenta sopra Abiram suo primogenito e ne innalzò le porte sopra Segub suo ultimogenito, secondo la parola pronunziata dal Signore per mezzo di Giosuè, figlio di Nun. (I, 16, 30 – 34)
*{{NDR|[[Elia]]}} si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un [[ginepro]]. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!". Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'[[Monte Oreb|Oreb]]. (I, 19, 4 – 8)
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*Nell'anno diciassette di Pekach figlio di Romelia, divenne re [[Acaz]] figlio di Iotam, re di Giuda. Quando divenne re, aveva vent'anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Non fece ciò che è retto agli occhi del Signore suo Dio, come Davide suo antenato. Camminò sulla strada dei re di Israele; fece perfino passare per il fuoco suo figlio, secondo gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciati di fronte agli Israeliti. Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde. In quel tempo marciarono contro Gerusalemme Rezin re di Aram, e Pekach figlio di Romelia, re di Israele; l'assediarono, ma non riuscirono a espugnarla. Ma il re di Edom approfittò di quella occasione per riconquistare [[Eilat|Elat]] e unirla al suo regno; ne scacciò i Giudei e tornarono ad abitarvi gli Idumei fino ad oggi. (II, 16, 1 – 6)
*Nell'anno decimosecondo di Acaz re di Giuda divenne re in Samaria su Israele [[Osea (re)|Osea]] figlio di Ela, il quale regnò nove anni. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come i re di Israele che erano stati prima di lui. Contro di lui marciò [[Salmanassar V|Salmanassar]] re d'Assiria; Osea divenne suo vassallo e gli pagò un tributo. Poi però il re d'Assiria scoprì una congiura di Osea, che aveva inviato messaggeri a So re d'Egitto e non spediva più il tributo al re d'Assiria, come faceva prima, ogni anno. Perciò il re d'Assiria lo fece imprigionare e lo chiuse in carcere. Il re d'Assiria invase tutto il paese, andò in Samaria e l'assediò per tre anni. Nell'anno nono di Osea il re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria [...]. (II, 17, 1 – 6)
*Il re d'Assiria mandò gente da Babilonia, da Cuta, da Avva, da Amat e da Sefarvàim e la sistemò nelle città della Samaria invece degli Israeliti. E quelli presero possesso della Samaria e si stabilirono nelle sue città. All'inizio del loro insediamento non temevano il Signore ed Egli inviò contro di loro dei leoni, che ne fecero strage. Allora dissero al re d'Assiria: "Le genti che tu hai trasferite e insediate nelle città della Samaria non conoscono la religione del Dio del paese ed Egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono la religione del Dio del paese". Il re d'Assiria ordinò: "Mandatevi qualcuno dei sacerdoti che avete deportati di lì: vada, vi si stabilisca e insegni la religione del Dio del paese". Venne uno dei sacerdoti deportati da [[Samaria (città antica)|Samaria]] che si stabilì a [[Betel]] e insegnò loro come temere il Signore. Tuttavia ciascuna nazione si fabbricò i suoi dèi e li mise nei templi delle alture costruite dai Samaritani, ognuna nella città ove dimorava. (II, 17, 24 – 29)
*Fino ad oggi essi {{NDR|i [[Samaritani]]}} seguono questi usi antichi: non venerano il Signore e non agiscono secondo i suoi statuti e i suoi decreti né secondo la legge e il comando che il Signore ha dato ai figli di Giacobbe, che chiamò Israele. Il Signore aveva concluso con loro un'alleanza e aveva loro ordinato: "Non venerate altri dèi, non prostratevi davanti a loro, non serviteli e non sacrificate a loro, ma temete il Signore, che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto con grande potenza e con braccio teso: davanti a lui solo prostratevi e a lui offrite sacrifici. [...] non venererete divinità straniere, ma venererete soltanto il Signore vostro Dio, che vi libererà dal potere di tutti i vostri nemici". Essi però non ascoltarono: agirono sempre secondo i loro antichi costumi. Così quelle genti temevano il Signore e servivano i loro idoli; i loro figli e nipoti continuano a fare oggi come hanno fatto i loro padri. (II, 17, 34 – 41)
*{{NDR|[[Ezechia]]}} Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Davide suo antenato. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbatté il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano [[Necustan]]. Egli confidò nel Signore, Dio di Israele. Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra i suoi successori né fra i suoi predecessori. Attaccato al Signore, non se ne allontanò; osservò i decreti che il Signore aveva dati a Mosè. Il Signore fu con Ezechia e questi riuscì in tutte le iniziative. Egli si ribellò al re d'Assiria e non gli fu sottomesso. Sconfisse i Filistei fino a Gaza e ai suoi confini, dal più piccolo villaggio fino alle fortezze. (II, 18, 3 – 8)
*[[Eliakim (figlio di Chelkia)|Eliakìm]] figlio di [[Chelkia]], [[Sebna]] e Ioach risposero al gran coppiere: "Parla, ti prego, ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico, mentre il popolo che è sulle mura ascolta". Il gran coppiere replicò: "Forse io sono stato inviato al tuo signore e a te dal mio signore per pronunziare tali parole e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?". (II, 18, 26 – 27)