Gioachino Rossini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Confrontando i due musicisti}} [[Vincenzo Bellini|Bellini]] facendo risonare la sola corda elegiaca del dolore sulla sua lira, ha conquistato l'affetto di tutti i cuori sensibili; egli è il benvenuto d'ogni anima amante e sventurata, Per tal modo ha preso il suo posto d'onore sul trono della gloria, donde non potrebbe esser più smosso, se prima il cuore umano non fosse atrofizzato.<br>Rossini poi prevale in questo, egli non ha trattato un genere solo, non ha commosso il cuore umano per un verso solo; e questo costituisce la sua preminenza su Bellini. Egli è stato grandissimo nella trattazione generale delle passioni, nessuna delle quali fu curata meno potentemente delle altre dal suo ingegno portentoso. L'arte musicale fu compresa da lui nella sua totalità; egli la modificò, l'innovò, le impose la legge: Bellini si accontentò a coltivare una faccia sola di quell'arte, ma fu la più intima, la più profonda, la più necessaria. Furono grandi entrambi, ma uno fu l'aquila, l'altro fu l'usignolo. ([[Francesco Florimo]])
*È difficile scrivere la storia di un uomo ancora vivo... Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla [[lotteria]] della natura... A differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e, soprattutto, la felicità. ([[Stendhal]], nella prefazione della ''Vita di Rossini'')
*Il Rossini al pari del Goethe compone con fronte serena e col fuoco alle mani, di sorta che tu vedi muovere sulla scena alcune bellissime ombre, ma quasi mai una viva creatura vittima della passione traboccante. L'anima sua non perde mai la serenità, tanto che egli crea uno Stabat allegro e facile, e non mesto e profondo. Fantasia ariostesca, ma anche ironia ariostesca ha il Rossini. E dietro ai personaggi tragici parmi sempre di scorgere Figaro che li beffa. ([[Nicola Marselli]])
*Per mangiare il tacchino dobbiamo essere in due, io e il tacchino, ridacchiava quel ghiottone di Gioacchino Rossini. ([[Cesare Marchi]])
*Un insulto, e grave, ebbe a soffrire Rossini nella stessa Bologna da un centinaio di Siciliani, che non conoscendolo ed essendo stanchi da lunghe {{sic|marcie}}, all'invito fatto di suonar davanti la casa dell'illustre maestro una delle sue melodie, risposero con urli e con fischi che indignarono cosifattamente Rossini che il giorno addietro, seguito dalla moglie, partì per Firenze. ([[Giovanni Masutto]])