La vendetta di Frankenstein: differenze tra le versioni

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==Citazioni su ''La vendetta di Frankenstein''==
*A quasi quarant'anni dalla sua realizzazione, ''La vendetta di Frankenstein'' assurge infatti alla statura di autentico classico. Nel ciclo di Frankenstein ha due soli rivali, ''[[La moglie di Frankenstein|La sposa di Frankenstein]]'', il capolavoro di James Whale, e il successivo, superbo ''[[Distruggete Frankenstein!|Distruggete Frankenstein]]'', sempre di Fisher: ma sotto certi aspetti è superiore a tutti e due. ([[Luigi Cozzi]])
*La carica emotiva e patetica di questa storia è eccezionale e la regia di Fisher raggunge vertici di abilità e suggestione sia nella descrizione dell'immorale aristocrazia del tempo che dei bassifondi dove è costretto il mostro il quale, alla fine, irrompe in una festa dell'alta società per invocare l'aiuto di Frankenstein: irruzione del Male nel Bene o viceversa? Molti sapienti tocchi di umorismo nero e di cinismo condiscono un film nel quale la figura di Frankenstein, sempre interpretata con precisione e comunicativa da Peter Cushing, assume nuove sfaccettature psicologiche in un percorso che, proprio a partire da qui, si rende del tutto autonomo da quello dei vecchi film della Universal. ([[Rudy Salvagnini]])
*''La vendetta di Frankenstein'' è un autentico capolavoro. Non vi si percepisce più neppure lontanamente l'influenza dei classici di James Whale e dell'Universal, e la perfezione tecnica e artistica di questa pellicola è tale che costituisce quasi la codificazione ideale del nuovo stile "gotico all'inglese" creato dalla Hammer. ([[Luigi Cozzi]])
*Seguito di ''[[La maschera di Frankenstein]]'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[Il Morandini]]'')