Carmelo Bene: differenze tra le versioni

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*Carmelo Bene era un'impresa di demolizione, uno splendido terrorista culturale che ha esercitato il terrore soprattutto su sé stesso. ([[Giancarlo Dotto]])
*Carmelo Bene ha una profonda avversione per le formule dette d'avanguardia. Si tratta invece di un'operazione più precisa: si comincia col sottrarre, col detrarre tutto quanto costituisce elemento di potere, nella lingua nei gesti, nella rappresentazione e nel rappresentato. [...] Si detrae dunque o si amputa la Storia e il marchio temporale del potere. Si toglie la struttura perché è il marchio sincronico, l'insieme dei rapporti tra invarianti. Si tolgono le costanti, gli elementi stabili o stabilizzati perché appartengono all'uso maggiore. Si amputa il testo, perché il testo è come il dominio della lingua sulla parola, e testimonia ancora un'invarianza o un'omogeneità. Si sopprime il dialogo, perché il dialogo trasmette alla parola gli elementi del potere, e li fa circolare [...] ([[Gilles Deleuze]])
*Carmelo Bene mi ha aperto la testa e mi ha fatto vedere il mondo. Lui non era solo un regista, era un vulcano pieno di lava e di ispirazione, di poesia e di dolore. Mi ha insegnato a imparare dai grandi e a lasciar perdere gli inutili. Un giorno mi ha sorpreso mentre stavo leggendo [[Raymond Carver|Carver]] e ha cominciato una filippica contro [[Francesco Alberoni|Alberoni]] e i sociologi. In quel momento era [[Søren Kierkegaard|Kierkegaard]], [[William Shakespeare|Shakespeare]]. Era Carmelo Bene. Non conosceva Carver ma era come se ne avesse penetrato il pensiero. Con lui si lavorava finché non sorgeva il sole. Anche dopo l'operazione e il by-pass continuava a provare e riprovare tutta la notte. Era bionico. ([[Cecilia Dazzi]])
*Carmelo Bene sa perfettamente che udire non è andare dal suono al senso, e che non basta articolare la parola al rumore per sbarazzarla del senso. Sa che l'udire ci situa immediatamente nella regione del senso, e che per perdere il senso occorre anche perdere il suono del senso. ([[André Scala]])
*Carmelo Bene è un grande uomo di teatro che, come tutti gli uomini di teatro che contano, ha rotto con le tradizioni. È uno che ha sorpreso, che ha messo a disagio gli schemi, soprattutto, e la gente schematica riguardo al teatro. È uno che capovolgeva le regole, che ha tenuto veramente in grande considerazione che [la] prima regola nel teatro [è che] non ci sono regole... E questo naturalmente gli ha portato all'inizio, così, una specie di opposizione da parte dei tradizionalisti, ma poi ha vinto, ha vinto, ha avuto successo in tutta l'Europa. ([[Dario Fo]])