Johann Baptist Alzog: differenze tra le versioni

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*Le cagioni dello [[gnosticismo]] sono ''psicologiche'' insieme, ''istoriche e materiali''. Sotto il punto di visto psicologico lo gnosticismo è nato dall'orgoglio dello spirito umano, che nella indagine della verità, non ha virtù di rinunciare a sé stesso, alle sue proprie vedute, alle sue idee, alle sue speculazioni particolari , quando queste son contrarie alla divina rivelazione. Istoricamente i semi della gnosi si trovano nella filosofia religiosa dell' ''Alessandrino Filone'', la cui affinità collo gnosticismo non è difficile a dimostrare. Quanto agli elementi materiali stranieri al Cristianesimo, e che vi sono congiunti a formare la gnosi, furon fomiti dal ''platonismo di Filone'', dalla ''dottrina di Zoroastro'' e dal ''sistema di Budda''. Dalla conoscenza di questi tre sistemi si può completare e spiegare la gnosi. (Primo tomo, p. 219)
 
*CosiCosì {{NDR|con il monaco archimandrita Eutiche}} veniva annichilato il mistero dell'Incarnazione, non altrimenti che nel nestorianismo. Questo errore denotato più tardi sotto il nome di ''[[monofisismo]]'' si propagò sotto diverse forme. Denunziato da ''Eusebio di Dorilea'' a Flaviano, l'errore d'Eutiche fu condannato dal concilio di Costantinopoli (448), ed Eutiche medesimo, ostinandosi con opporre l'autorità della Scrittura alla dottrina costante dei Santi Padri, fu deposto; ma ebbe ricorso alla potenza imperiale, e si procacciò la simpatia dell'imperatrice Eudossia. (Primo tomo, p. 410)
 
*[...] come se le sette dei monofisiti non fossero state ancora bastevolmente scisse, Giovanni Filopono commentator sottile di Aristotile verso il 560 coi suoi scritti venne fuori, e confuse le idee di ''natura e di persona'', fu l'inventore del ''triteismo'', volendo pure, che la risurrezione dei morti dovesse essere una nuova creazione. Finalmente il [[monofisismo]] fu portato agli estremi dal sofista Alessandrino Stefano Niobe, che sosteneva non potersi concepire in Cristo alcuna differenza tra il divino e l'umano (''Niobitae''), se non si ammetteva in lui una sola natura. (Primo tomo, p. 416)