Lietta Tornabuoni: differenze tra le versioni

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*Per la sua carica liberatoria, la sua assenza di moralismo, la sua struttura narrativa, il suo splendore figurativo, la sua linea antimetafisica, [[La dolce vita]] è nel cinema una rivoluzione. Sembrava che, dopo, non si potessero più fare i film consueti. Non è andata così: come càpita a tutti i maestri davvero grandi, il regista non ha allievi, non ha fatto scuola.<ref name=dolcevita/>
*[[La dolce vita]] risulterà alla fine simile a un viaggio con tante tappe del protagonista, un giornalista di mondanità e pettegolezzi in movimento nella cosiddetta café society, nel carnevale perenne che nasconde un vuoto drammatico.<ref name=dolcevita>Da ''[http://www.lastampa.it/2011/01/11/spettacoli/i-cinquant-anni-de-la-dolce-vita-raccontati-da-lietta-tornabuoni-378QJ2pZT1jomYG4eAQ0RL/pagina.html I cinquant'anni de La dolce vita raccontati da Lietta Tornabuoni]'', ''Lastampa.it'', 11 gennaio 2011.</ref>
 
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1118_01_1973_0303_0003_16229167/ Che ridere con Dracula]''|''La stampa'', 29 dicembre 1973}}
*[[Andy Warhol]] ha cambiato assai due dei più celebri miti della letteratura e del cinema «neri»: il suo ''[[Il mostro è in tavola... barone Frankenstein|Frankenstein]]'' girato in tre dimensioni non crea un orrendo mostro ma una bellissima coppia, il suo ''[[Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!|Dracula]]'' ambientato negli Anni Trenta è sempre in frac e si porta dietro la bara sul tetto della Mercedes. [...] I due film non mostrano il minimo rispetto per i loro eroi.
*Dracula ha cambiato status: ne ''[[I satanici riti di Dracula]]'' il regista Alan Gibson ne ha fatto un magnate misterioso, onnipotente e pauroso, un supercapitalista ossessionato dal timore delle malattie e dei rapimenti, «un personaggio alla Howard Hughes».
*L'epopea del male non regge il confronto con la nera realtà contemporanea, i miti ottocenteschi si sfaldano di fronte ai nuovi riti di sangue. L'intervento di Andy Warhol può apparire il segno definitivo del tramonto di Frankenstein e Dracula: quando arriva Warhol il distruttore, estetizzante imbalsamatore del reale, geniale seppellitore di vitalità creativa, vuol proprio dire che tutto è finito.
 
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,0771_01_1993_0021_0015_10877554/ Vampiro innamorato stanotte t'ho sognato]''|''La stampa'', 22 gennaio 1993}}