Michele Anselmi: differenze tra le versioni

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anno di nascita impossibile, dato che la prima recensione che trovo risale all'82
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'''Michele Anselmi''' (1978??? – vivente), critico cinematografico italiano.
 
==Citazioni di Michele Anselmi==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su [[Christopher Lee]]}} Guai a parlargli di Dracula. Diventa subito nervoso. È come – scusate l'ovvietà – chiedere a un vampiro se gradisce l'aglio, la luce del giorno, i paletti di legno e il plasma in bottiglia. No, Christopher Lee, forse il più celebre «principe delle tenebre» dello schermo, insieme a Bela Lugosi e a Max Schreck, non è un tipo simpatico: difetta di autoironia e, a differenza del suo amico e collega Vincent Price, deve sentirsi poco in pace col proprio passato vampiresco, altrimenti riconoscerebbe serenamente che la grande fama, nel cinema, gliel'ha ragalata soltanto il conte della Transilvania.<ref name="draculainpensione"/>Da [https://archivio.unita.news/assets/main/1982/11/27/page_017.pdf ''Dracula in pensione''], ''L'Unità'', 27 novembre 1982.</ref>
*Guardandolo bene da vicino, qualcosa gli è rimasto dell'aristocratico vampiro scaturito dalla penna di Bram Stoker: forse sono gli occhi, quegli occhi terribili che il regista Terence Fisher voleva iniettati di sangue; o forse quella voce bassa e impostata che sembra evocare misteriose saghe; o forse ancora quella bocca larga e sensuale dalla quale aspetti invano che spuntino i classici canini.<ref name="draculainpensione"/>
*{{NDR|Su ''[[Frankenstein di Mary Shelley]]''}} Sulla falsariga del ''[[Dracula di Bram Stoker]]'', l'inglese Branagh ha portato il suo carisma di attore e regista di scuola shakespeariana in questa impresa da 35 milioni di dollari rivelatasi una mezzo fallimento al botteghino. Troppo ambizioso? No, magari solo irrisolto, non possedendo il cineasta britannico né il talento visionario di un Coppola né la fantasia cupa di un Neil Jordan.<ref name="megliokarloff">Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1995/02/10/page_035.pdf Filologia di Frankenstein (ma era meglio Karloff)]'', ''L'Unità'', 10 febbraio 1995.</ref>
*''Frankenstein di Mary Shelley'' non regge assolutamente il confronto con il ''[[Dracula di Bram Stoker]]'', nel reinventare lo spirito del racconto, umanizzando il mostro, Branagh pecca di narcisismo e di megalomania, senza riuscire a imporre una sua cifra personale. È come se urlasse al suo film «Parla!», e quello restasse muto.<ref name="megliokarloff"/>