Genesi: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]]==
[[Immagine:Wijnen, Dominicus van - Allegory of the Creation of the Cosmos - 17th c.jpg|thumb|left|''Allegoria della creazione del mondocosmo'' (D. van Wijnen, XVII sec.)]]
 
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*Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni [[erba]] che produce [[seme]] e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro [[cibo]]. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. (1, 29 – 31)
*Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. (2, 2 – 3)
[[File:Adam na restauratie.jpg|miniatura|upright=1.4|''Creazione di Adamo'' ([[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], 1511 ca.)]]
[[File:Michelangelo, Creation of Eve 00.jpg|miniatura|upright=1.4|''Creazione di Eva'' ([[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], 1511 ca.)]]
*[...] allora il Signore Dio plasmò l'[[Uomo (genere)|uomo]] {{NDR|[[Adamo]]}} con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un [[Giardino dell'Eden|giardino di Eden]], a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'[[Albero della vita (Eden)|albero della vita]] in mezzo al giardino e l'[[albero della conoscenza del bene e del male]]. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama [[Pison]]: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. Il secondo fiume si chiama [[Ghicon]]: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. (2, 7 – 13)
*Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti". (2, 15 – 17)
*Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo [[nome]]. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una [[donna]] {{NDR|[[Eva]]}} e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "''Questa volta essa | è carne dalla mia carne | e osso dalle mie ossa | perché dall'uomo è stata tolta''". Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua [[moglie]] e i due saranno una sola carne. (2, 18 – 24)
[[File:Tizian 091.jpg|miniatura|''Adamo ed Eva nel paradiso terrestre'' ([[Tiziano Vecellio|Tiziano]], 1550 ca.)]]
*Il [[serpente]] era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere [[nudità|nudi]]; intrecciarono foglie di [[fico]] e se ne fecero cinture. (3, 1 – 7)
*Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". (3, 8 – 12)
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*Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì [[Caino]] e disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore". (4, 1)
*Ora [[Caino e Abele|Abele]] era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il [[peccato]] è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo". (4, 2 – 7)
[[File:Cain leadeth abel to death tissot.jpg|thumb|''Caino conduce Abele alla morte'' ([[James Tissot]], 1896-1902 ca.)]]
*Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo [[fratello]]?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?". Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra". Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere". Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. (4, 8 – 15)
*Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì [[Enoch (figlio di Caino)|Enoch]]; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. (4, 17)
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*Noè poi fece uscire una [[colomba]], per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di [[ulivo]]. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. (8, 8 – 11)
*Dio ordinò a Noè: "Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa". (8, 15 – 17)
[[File:NoahsSacrifice.JPG|miniatura|''Il sacrificio di Noè'' (Daniel Maclise, 1847-1853)]]
*Allora Noè edificò un [[altare]] al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare. (8, 20)
*''Chi sparge il [[sangue]] dell'uomo | dall'uomo il suo sangue sarà sparso, | perché ad immagine di Dio | Egli ha fatto l'uomo.'' (9, 6)
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*Dio aggiunse ad Abramo: "Quanto a [[Sara (Bibbia)|Sarai]] tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei". Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: "Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?". Abramo disse a Dio: "Se almeno [[Ismaele]] potesse vivere davanti a te!". E Dio disse: "No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai [[Isacco]]. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l'anno venturo". (17, 15 – 21)
*Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il [[giustizia|giusto]] con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?". Rispose il Signore: "Se a [[Sodoma|Sòdoma]] troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città". Abramo riprese e disse: [...] "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta". Rispose: "Non lo farò, se ve ne troverò trenta". [...] Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci". (18, 23 – 32)
[[File:Peter Paul Rubens 076.jpg|miniatura|upright=1.3|''Gli angeli incitano Lot a fuggire con la sua famiglia da Sodoma'' ([[Pieter Paul Rubens|P. P. Rubens]], 1615 ca.)]]
[[File:Nuremberg chronicles f 21r.png|miniatura|upright=1.3|La moglie di Lot tramutata in sale (''Cronache di Norimberga'', 1493)]]
*[...] gli angeli fecero premura a [[Lot]], dicendo: "Su, prendi [[Moglie di Lot|tua moglie]] e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città". Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città. Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: "Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!". Ma Lot gli disse: "No, mio Signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Vedi questa città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva". Gli rispose: "Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu non vi sia arrivato". Perciò quella città si chiamò [[Zoar (Bibbia)|Zoar]]. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. (19, 15 – 26)
*Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore; contemplò dall'alto [[Sodoma e Gomorra|Sòdoma e Gomorra]] e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. (19, 27 – 28)
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*In quel tempo [[Abimelech (re di Gerar)|Abimèlech]] con Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo: "Dio è con te in quanto fai. Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei figli né i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con te, così tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero". (21, 22 – 23)
*Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede ad Abimèlech: tra loro due conclusero un'alleanza. Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge. Abimèlech disse ad Abramo: "Che significano quelle sette agnelle che hai messe in disparte?". Rispose: "Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo". Per questo quel luogo si chiamò [[Be'er Sheva|Bersabea]], perché là fecero giuramento tutti e due. E dopo che ebbero concluso l'alleanza a Bersabea, Abimèlech si alzò con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei [[Filistei]]. Abramo piantò un tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità. (21, 27 – 33)
[[File:Michelangelo Caravaggio 022.jpg|miniatura|''Il sacrificio di Isacco'' ([[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]], 1594-1596)]]
*Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di [[Moriah|Moria]] e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò". (22, 1 – 2)
*Benedissero [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]] e le dissero: "''Tu, sorella nostra, | diventa migliaia di miriadi | e la tua stirpe conquisti | la porta dei suoi nemici!''". (24, 60)
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*E il padre loro [[Giacobbe]] disse: "Voi mi avete privato dei figli! Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più e [[Beniamino (patriarca)|Beniamino]] me lo volete prendere. [...] Il mio figlio non verrà laggiù con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi". (42, 36 – 38)
*Egli {{NDR|[[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]}} alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio di sua madre, e disse: "È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?" e aggiunse: "Dio ti conceda grazia, figlio mio!". Giuseppe uscì in fretta, perché si era commosso nell'intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua camera e pianse. [...] Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella di tutti gli altri. (43, 29 – 34)
[[File:Giuseppe si fa riconescere dai fratelli - Mola.png|miniatura|''Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli'' (Pier Francesco Mola, 1657)]]
*Allora Giuseppe disse ai fratelli: "Avvicinatevi a me!". Si avvicinarono e disse loro: "Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto. Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente". (45, 4 – 7)
*''[[Ruben]], tu sei il mio primogenito, | il mio vigore e la primizia della mia virilità, | esuberante in fierezza ed esuberante in forza! | Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza, | perché hai invaso il talamo di tuo padre | e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito.'' (49, 3 – 4)