Giorgio Colli: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giorgio Colli==
*{{NDR|A proposito di [[Talete]]}} Io preferisco accogliere la contraddittorietà come documentazione di un personaggio inafferrabile. Viene in mente, come parallelo, [[Socrate]], che ha goduto di una letteratura documentaria vastissima, ma incertissima, e del cui pensiero quasi nulla si può dire, della cui persona assai poco, se non lo si accetta come contraddittorio. Entrambi certo furono dei sapienti, ma il fascino della loro persona fu così prepotente che quanto nascondevano nelle loro parole, la loro conoscenza – quello cioè che stava loro più a cuore – saltò via, si perdette, rimase inavvertito, sopraffatto dalla magia della loro presenza. (da ''La sapienza greca'', vol. II, pp. 24-25)
*[...] il [[labirinto]] non può prefigurare altro che il "logos", la [[ragione]]. Che cos'altro, se non il "logos", è un prodotto dell'uomo, in cui l'uomo si perde, va in rovina? Il dio ha fatto costruire il labirinto per piegare l'uomo, per ricondurlo all'animalità: ma [[Teseo]] si servirà del Labirinto e del dominio sul Labirinto che gli offre la donna-dea per sconfiggere l'animale-dio. Tutto ciò si può esprimere nei termini di [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]]: la ragione è al servizio dell'animalità, della volontà di vivere; ma attraverso la ragione si raggiunge la conoscenza del dolore e della via per sconfiggere il dolore, cioè la negazione della volontà di vivere. (da ''La nascita della filosofia'', Adelphi, Milano 1975, p. 29<ref>Citato in ''[https://centrostudigiorgiocolli.it/wp-content/uploads/2017/11/Handout-NdF-2-R.-Cavalli.pdf Seminario di lettura – Giorgio Colli, La nascita della filosofia]'', Torino, 23-25 Ottobre 2017, p. 2, ''centrostudigiorgiocolli.it''.</ref>)
*{{NDR|A proposito di [[Talete]]}} Io preferisco accogliere la contraddittorietà come documentazione di un personaggio inafferrabile. Viene in mente, come parallelo, [[Socrate]], che ha goduto di una letteratura documentaria vastissima, ma incertissima, e del cui pensiero quasi nulla si può dire, della cui persona assai poco, se non lo si accetta come contraddittorio. Entrambi certo furono dei sapienti, ma il fascino della loro persona fu così prepotente che quanto nascondevano nelle loro parole, la loro conoscenza – quello cioè che stava loro più a cuore – saltò via, si perdette, rimase inavvertito, sopraffatto dalla magia della loro presenza. (da ''La sapienza greca'', vol. II, pp. 24-25)
 
==''Presentazione'' all'''[[Ethica|Etica]]'' di [[Spinoza]]==