La viaccia: differenze tra le versioni

film del 1961 diretto da Mauro Bolognini
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(Nessuna differenza)

Versione delle 22:23, 18 apr 2021

La viaccia

Immagine Bellantonio-1960-Cardinale_crop.png.
Titolo originale

La viaccia

Lingua originale italiano
Paese Italia, Francia
Anno 1961
Genere drammatico, storico
Regia Mauro Bolognini
Soggetto Mario Pratesi (romanzo L'eredità)
Sceneggiatura Vasco Pratolini, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa
Produttore Alfredo Bini
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La viaccia, film del 1961 con Jean-Paul Belmondo, Claudia Cardinale e Pietro Germi, regia di Mauro Bolognini.

Incipit

Raccontami una storia.
Allegra o mesta?
Allegra più che puoi.
C'era una volta un cimitero...
Shakespeare (Testo in sovrimpressione)

Frasi

  • Noi di Casamonti non ci ha mai fatto specie la morte. Si more quando è l'ora. Quando ci si ferma, come gli orioli e non sei più bono a lavorare la terra e a mazzolare la gente. (Patriarca Casamonti)
  • E ricordati... cervello e cazzotti. (Patriarca Casamonti)
  • E lui diceva: è un vantaggio che la Viaccia confini col Campo Santo, l'umore cammina sottoterra e i nostri morti mi concimano i campi. Dio lo perdoni, ora li concima lui. (Becchino)
  • Anche se non lo voleva il prete, mica gli ha fatto male. L'ha rinfrescato. (Stefano)
  • Sentimi bene, Ghigo. Invece di guardare il cielo. Tu non ce le hai le ali! (Stefano)
  • Io qui ci sono nato, vi devo devozione, ma non ci posso più stare. Restando qui andrei sempre più in basso. Non ce l'ho questo vostro malanno: la terra. Voi che guardate la terra come fosse la luce negli occhi, ma per tutto il resto siete cieco. Perché siamo in miseria. Più in miseria di tutti, alla resa dei conti. L'eredità del nonno l'avete bel avuto, ma per questo malanno che vi opprime, per un tumolo di terra voi vendereste schiavo il mondo. Me, la mamma, Carmelinda. Come ieri sera...(Amerigo)
  • Se lei c'ha ancora un lume dentro, sta a te farlo diventare una vampata. (Dante)
  • Prima di decidere, torna da lei e cerca di capire, Ghigo, fino a che punto puoi farne a meno. (Dante)
  • Sai perché io e te ci si vuole bene? Perché si sta bene insieme. Non c'entra il cuore. Il cuore non so che sia. Quando penso a te, è perché ho voglia di vederti. Voglia, capisci? Ti devo piacere per come sono, perché tu hai la stessa voglia, che va e viene. Non comporta il sentimento, nulla. (Bianca)
  • Siamo delle bestie, mica dei cristiani. Siamo delle bestie, perciò ci cercano. Perciò si vale. Siamo fuori dal mondo. Cosa ti credi? Talmente fuori che sette giorni su sette io sono prigioniera fra queste mura. (Bianca)

Dialoghi

  • Patriarca Casamonti: Siete venuti con l'idea, una volta che sono morto, di spartirvi la terra, eh? Oh, Stefano. Mi resta poco fiato, sturagli bene te le orecchie a questi qua.
    Stefano: Il babbo vi ha mandato a chiamare per rammentarvi che la Viaccia è sempre stata dei Casamonti. L'ha fatta lui, l'ha riscattata con le unghie. Ci ha speso oro, sangue, sudore, tutta la vita. Fin da quando i padroni portavano il codino. Il podere non sa da spartire, ne da vendere, mai. È la sua volontà. Perciò vi ha fatto chiamare per farvi firmare una carta dove c'è scritto che uno per uno, tutti voi altri, rinunciate alla vostra parte. E che sono io l'erede.
    Patriarca Casamonti: Se qualcuno ha qualcosa di contrario, scendo dal letto e con un cazzotto lo stendo.
  • Bianca: Anch'io sono vissuta in campagna, proprio come te.
    Amerigo: Ma poi la vanga pesa.
  • Mamma di Amerigo: Stai calmo Ghigo, me lo prometti?
    Amerigo: Stareste calma voi se vi strappassero il cuore?

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