Ismail Kadare: differenze tra le versioni

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*L'Albania non riceveva da nessuno messaggi di speranza. Per gli albanesi che guardano con grande interesse le tv straniere, l'immagine che queste fornivano del loro paese li ha influenzati in maniera fatale. Paese solitario senza "protettori", contrariamente ai suoi vicini balcanici, l'Albania continua ad essere preda, come in passato, di vecchi rancori.
*Non c'è alcun dubbio che la classe politica albanese dovrà rispondere della situazione che ha trascinato il suo popolo verso l'abisso. In un primo tempo, di fronte alla tragedia essa ha mostrato la sua irresponsabilità, la sua ristrettezza mentale, il suo carattere vendicativo e il suo cinismo, prima di riprendersi e abbozzare un primo passo responsabile attraverso l'accordo di riconciliazione nazionale. Non è ancora giunta l'ora delle analisi approfondite né dell'individuazione dei colpevoli. Sarebbe più urgente tentare di risolvere il terribile problema senza tergiversare, senza perdere tempo, subito. Un intero popolo rischia di soccombere. La corsa verso la guerra civile, il sollevamento di una metà del paese contro l'altra: davanti a un'evoluzione degli eventi così fatale nessuno deve restare a guardare. Oppresso e stremato dopo mezzo secolo di dittatura, il popolo albanese non merita una sorte così crudele, l'abbandono. Se ha peccato contro se stesso non ha perpetrato dei crimini contro gli altri.
 
{{Int|Da [https://archivio.unita.news/assets/main/1997/06/05/page_012.pdf ''L'Albania brucia, salvatela'']|''L'Unità'', 5 giugno 1997}}
*{{NDR|Sulla [[caduta del comunismo in Albania]]}} Fu una grande vittoria per il popolo albanese, una prova del suo livello di civiltà. Le conseguenze di questa vittoria non si sono fatte attendere: l’Albania democratica ha preso a marciare sia nel bene che nel male. Purtroppo, quel corso naturale degli eventi non ha tardato a deteriorarsi. All’inizio sopportabile, la tensione tra la destra al potere e la sinistra che l’aveva perduto siè apocoapocoesacerbata fino a sfociare in una violenza verbale inedita nella storia di quel paese. Si sarebbe detto che gli albanesi rimpiangevano che il loro addio al comunismo fosse avvenuto così tranquillamente e che una sete di scontro si stava impadronendo di loro. In altre parole, lo scenario sinistro che non aveva avuto la possibilità di prodursi alla caduta del comunismo tentava nel presente di tornare alla luce.
*Come tutte le nazioni uscite dal comunismo, l’Albania ha subito un trauma brutale. Invece di far sì che il posto lasciato libero dalla morale implacabile ed obliqua del comunismo fosse occupato da un’etica di un livello superiore, si è verificato l’inverso: quel vuoto è stato colmato dall’amoralità. Come per reazione alla miseria, alle impostazioni e all’idealismo quale inganno ottico del comunismo ci si è abbandonati a una rabbia materialista e a una corruzione senza precedenti. Questa febbre materialista si è diffusa dappertutto, ha quasi acquistato le sembianze del nuovo ordine democratico. Come se gli albanesi non aspirassero che a recuperare il tempo perduto, ad arricchirsi con tutti i mezzi. È in questo contesto che è sopravvenuto l’episodio delle «società piramidali» e del loro crollo.
*Tutti sapevano la verità, ma sono rimasti zitti. Colpevole, anche, quella frazione della popolazione che era cosciente di ciò che succedeva, ma che ciò nonostante inseguiva l’avventura scontando il fatto che i perdenti non sarebbero stati reclutati al suo interno ma fra i più creduloni ed i meno informati. È così che si è sviluppato, fino a rivestire proporzioni colossali, questo gioco miserabile in cui ciascuno doveva cercare di beffare il proprio vicino. Si è così lasciato che prosperasse un’auto-intossicazione mai vista e che il paese si unificasse in un bagno d’immoralità.
*Paese solitario, senza «protettore», contrariamente alla maggior parte dei suoi vicini balcanici, l’Albania ha subito nel passato e continua a sopportare da tutte le parti vecchi rancori. Il tragico isolamentodinonmolto tempo fa non ha esaurito tutti i suoi effetti.Si tratta, invero, di una triplice messa al bando.
*Sfinito ed esangue dopo mezzo secolo di dittatura, il popolo albanese non merita una sorte così crudele: l’abbandono. Se ha peccato contro se stesso, non ha però perpetrato crimini contro gli altri. E per il fatto di essere stato abbandonato alla sua sorte e dimenticato per tutto mezzo secolo, per questa stessa ragione meriterebbe oggi un po' di sollecitudine.
 
{{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/20/accusa-di-kadare-italia-ci.html ''L'accusa di Kadare. "L'Italia ci defama"'']| ''La repubblica'', 20 settembre 1997}}