Giancarlo Dotto: differenze tra le versioni

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*[[Carmelo Bene]] era un'impresa di demolizione, uno splendido terrorista culturale che ha esercitato il terrore soprattutto su sé stesso.<ref group="fonte">Dal programma ''La voce che si spense'' di Daniela Battaglini, Rai. {{c|data?}}</ref>
*Il suo cranio rasato è quello di certe eretiche da cineteca. Non ha bisogno che qualcuno la spedisca sul rogo, [[Rosalinda Celentano|Rosalinda]] il suo rogo se lo apparecchia da sé, tutti i giorni. La ragazza brucia a vista. La cicatrice sulla guancia destra parla di lei più delle sue parole e quasi quanto il suo occhio che è azzurro e selvatico. Scappa da tutte le parti, Rosalinda dal lungo collo, come scappano le sue parole. Le mangia, le divora. Scappare è il suo modo di difendersi, nascondersi, irriconoscibile anche a se stessa.<ref group="fonte">Da ''Nella mia vita disperata ho amato anche Monica Bellucci'', ''Diva & Donna''; citato in ''[http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/1-devastante-intervista-confessione-rosalinda-solo-celentano-che-ci-32818.htm Dagospia.com]'' 2 dicembre 2011.</ref>
*L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito fa spesso anche lo stronzo. Se ne contano a centinaia di casi. Non si capisce perché. Sta di fatto che la Vecchia Signora, soprattutto da quando accomoda le chiappe nel bollore erotico del [[Juventus Stadium|nuovo stadio]], somiglia sempre più alla mamma di ''[[Psycho]]''. È come se un logos malefico riprogrammasse le menti, tipo plagio. Arrivi a Corso Galileo Ferraris 32 che sei una persona normale e, dopo un po', diventi [[Roberto Bettega|Bettega]] o Giraudo. Se sei già [[Luciano Moggi|Moggi]] in natura, sei facilitato, non c'è problema. E, cioè, un mostro d'arroganza, un pitbull pronto a sbranare le creature a Parco Valentino, che va in giro ostentando t-shirt, tweet e cazzate da machoman del tipo: "Per noi conta solo vincere".<ref group="fonte">Da ''[https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/dotto-scatenato-cosa-accomuna-tre-onesti-ragazzotti-campagna-gente-86074.htm DottoState scatenatoBonucci se potete]'', ''Dagospia.com'', 8 ottobre 2014.</ref>
*Mi ha chiesto in fin di voce di aggiustargli la coperta di lana sulle gambe. "Le gambe non le sento più". Di piegare i quattro orli, tutti allo stesso modo, simmetrici. L'ho fatto senza chiedermi perché, era tempo perso con lui chiedersi perché. Solo dopo aver controllato che tutto fosse al suo posto, si è abbandonato con le mani intrecciate sul petto. "Adesso voglio dormire", le sue ultime parole rivolte a Luisa, la compagna insostituibile degli ultimi anni. E si è preparato a morire. Somigliando impeccabilmente ai comatosi che aveva tante volte spiato nelle foto di guerra di David Harali, nelle poesie di Gozzano, nei Cristi di Mantegna, nei racconti di Poe e nei manuali di psichiatria di Krafft-Ebing. La morte migliore possibile, vegliato dal brusio delle donne che lo amano e che lo hanno amato, la femminile disattenzione che da sempre scortava i suoi eroi morenti di scena.<ref group="fonte">Da ''L'ultimo spettacolo'', ''[http://www.immemorialecarmelobene.it/images/giancarlodotto.pdf Fondazione Immemoriale di Carmelo Bene]''.</ref>
*Una [[donna]], ma diciamola femmina, che parla di [[Calcio (sport)|calcio]], non mi rivolta lo stomaco, smette di esistere l'attimo stesso in cui lo fa. Ma non perché sia inadeguata e blateri sfondoni [...]. Smette di esistere quanto più è adeguata, quando ne parla in modo credibile [...]. Lì mi diventa insopportabile. Arrivo a detestarla, per quanto si sottrae al dovere estetico ed etico della differenza, precipitando nell'aberrazione della citazione maschile.<ref group="fonte">Da ''Eppure è un omaggio alla donna'', ''Corriere dello Sport - Stadio'', 19 febbraio 2019, p. 9.</ref>