Vincenzo Cicero: differenze tra le versioni

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==''Introduzione a «La nascita dell'estetica moderna da Kant a Schopenhauer»''==
===[[Incipit]]===
Secondo una tradizione filosofica dominante negli ultimi due secoli, l'[[estetica]] può definirsi esattamente come ''la filosofia dell'[[arte]] bella''. Questo denominatore comune soggiace a concezioni dell'estetica che sono talvolta assai diverse tra loro, sia per i presupposti filosofici sia per l'appartenenza a periodi storici artistico-culturali differenti.<br>Studiosi autorevoli hanno sostenuto la legittimitàelegittimità e la necessità di inglobare nell'estetica anche le riflessioni sull'arte elaborate in ambito non strettamente filosofico: dalle poetiche formulate in modo esplicito nelle cerchie o scuole artistiche, all'insieme di regole e convenzioni codificate nei trattati di precettistica delle varie arti.
===Citazioni===
*L'uomo è capace di produrre il bello solo nella misura in cui, lasciandosi trascinare dal puro desiderio d'amore (''éros''), si volge dalla bellezza naturale verso questa Idea e ne diviene partecipe contemplandola. (p. 13)
*Il bello prodotto dalla poesia è inferiore sia alla bellezza ideale sia alla bellezza naturale (a quella del volto e del corpo, ma anche e soprattutto a quella dell'anima). (p. 13)
*L'arte è per [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] l'autointuirsi sensibile dell'Idea divina come ''[[bellezza]]'', ossia «come realtà configurata in conformità al proprio concetto». Il bello è quindi in generale la corrispondenza diretta dell'Idea con la propria raffigurazione artistica. (p. 32)
{{NDR|Vincenzo Cicero, ''Introduzione a «La nascita dell'estetica moderna da Kant a Schopenhauer»'', Colonna Edizioni, Milano 2002. ISBN 88-9009-116-6}}