Secondo libro dei Maccabei: differenze tra le versioni

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*{{NDR|A chi gli consigliava, per evitare il martirio, di fingere di mangiare la carne suina imposta dal re}} Non è affatto degno della nostra età fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato agli usi stranieri, a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell'Onnipontente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi. ([[Eleazaro (Secondo libro dei Maccabei)|Eleàzaro]]: 6, 24 – 28; 1974)
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui. ([[Eleazaro (Secondo libro dei Maccabei)|Eleàzaro]]: 6, 30; 1974)
*[...[Giuda Maccabeo|Giuda]] glimosse poi contro Carnion e l'Atergatèo e uccise venticinquemila uomini. Dopo la sconfitta e lo sterminio di questi, marciò contro la fortezza di [[GiudaEfron Maccabeo(Galaad)|GiudaEfron]], nella quale era stanziato Lisia con una moltitudine di gente di ogni razza; davanti alle mura erano schierati i giovani più forti e combattevano vigorosamente, mentre nella città stavano pronte molte riserve di macchine e di proiettili. Avendo invocato il Signore che distrugge con la sua potenza le forze dei nemici, i Giudei fecero cadere la città nelle proprie mani e uccisero venticinquemila di coloro che vi stavano dentro. (12, 26 – 28; 1974)
*[...] gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei [...]. Perciò tutti [...] ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. [...] Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della [[risurrezione]]. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato. (12, 39 – 45; 1974)
 
==[[Explicit]]==