Todor Živkov: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sull'appoggio bulgaro per [[Primavera di Praga|l'intervento sovietico in Cecoslovacchia]]}} Era un gesto simbolico che non potevo evitare. Persino [[János Kádár|Kádár]] si piegò, dopo aver fatto il possibile per scongiurare l'intervento. Io dovevo pensare agli otto milioni di bulgari, era questo il mio compito storico nella realtà di allora.
*Nell'alleanza salimmo al terzo posto, dopo l'Urss e la Ddr, e superammo i cechi. Non dimentichi, caro mio signore, che mezzo secolo prima Praga poteva misurarsi con Parigi ed era più avanti della Baviera, mentre noi eravamo semmai in competizione con Smirne. Noi, così piccoli, diventammo il secondo partner commerciale di Mosca.
*Quel gran giocatore di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]], con quella moglie invadente che gli imponeva anche i ministri, quel romeno chiedeva un po' di spazio per sé e per il suo paese, coltivava sogni nazionali faraonici, ma non metteva mai, una sola volta, in dubbio il cosiddetto socialismo scientifico. Ci credeva, pur nella sua mente contorta. I cechi dalla metà degli anni Sessanta in poi furono totalmente presi dalla crisi interna e perciò contavano poco quando ci riunivamo. Quanto a disordine interno, anche i polacchi non scherzavano, sempre sull'orlo di qualche crisi. Gomulka divenne acido, il successore Gierek si teneva invece in disparte. Kádár aveva di solito un profilo basso e Honecker, impiegato tedesco, da fesso si pavoneggiava per i suoi successi. Insomma, si poteva intuire già prima ciò che gli altri avrebbero detto e ognuno si era ritagliato una specie di ruolo. (p. 103)
*Il passato non torna, lasciamolo in pace. [...] Il partito comunista amministrava invece di occuparsi della politica e lasciare a chi era competente la gestione del paese. Mosca non voleva e forse non poteva capire le diversità, non era solo l'arroganza dei grandi che faceva velo, si trattava di una cultura diversa praticata da chi stava in alto e lontano. (p. 105)
*{{NDR|Su [[Charles de Gaulle]]}} Potevo confidarmi con lui, sicuro che non avrebbe deluso le attese. Aveva in simpatia i bulgari e considerava molto importante la posizione geopolitica del paese. L'ideologia non lo interessava molto e la riteneva un fenomeno passeggero. L'Unione Sovietica secondo De Gaulle avrebbe dovuto battersi per estendere la Bulgaria alla Tracia, alla Macedonia. Lui avrebbe voluto darci maggiori aiuti, ma la Francia doveva fare i conti con gli equilibri balcanici e il ruolo delicato della Iugoslavia. (p. 108)
 
==Citazioni su Živkov==