Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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*Tra le cose che Cristo ha compiuto o subito durante la sua vita mortale, la sua adorabile croce si offre a noi come l'esempio principale che noi dobbiamo imitare. [...] Ora, tra tutto ciò che essa insegna, c'è innanzitutto una povertà assoluta (omnimoda paupertas), perché Cristo sulla croce è stato privato di ogni bene fino alla nudità [...]. Coloro che abbracciano la povertà volontaria vogliono seguire proprio questa nudità della croce, specialmente coloro che rinunciano a ogni rendita [...]. Quindi è chiaro che gli avversari della povertà sono anche nemici della croce di Cristo; secondo la sapienza di questo mondo, essi pensano che l'avere possessi terreni faccia parte della perfezione cristiana e che il rinunciare ad essi condurrebbe soltanto ad una perfezione inferiore.<ref>Da ''Contra retrahentes'', citato in Jean-Pierre Torrell, ''Amico della verità. {{small|Vita e opere di Tommaso d'Aquino}}'', traduzione e aggiornamento di Giorgio E. Carbone, Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2006, [https://books.google.it/books?id=OzjD3FEl7ZEC&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39]. ISBN 88-7094-594-4</ref>
*{{NDR|Sul [[Padre nostro]]}} Tra tutte le preghiere il Padre Nostro occupa certamente il primo posto, perché possiede i cinque più importanti requisiti che ogni preghiera deve possedere. Innanzitutto infonde molta fiducia perché ci è stata consegnata da Gesù Cristo, che è intercessore sapientissimo ''nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza'' (''Col'' 2,3) e che è ''nostro avvocato presso il Padre'' (1 ''Gv'' 2,1). È una preghiera retta perché in essa chiediamo a Dio le cose che lui stesso ci ha insegnato a chiedere. È umile perché chi prega non presume assolutamente nelle proprie forze, ma aspetta di ottenere tutto dall'onnipotenza divina cui si rivolge supplichevoli.<ref>Da ''Collationes (expositio) in orationem dominicam''; citato in ''La preghiera cristiana: Il Padre Nostro, l'Ave Maria e altre preghiere'', a cura di Pietro Lippini, Edizioni Studio Domenicano, 2011, [https://books.google.it/books?id=jYj-AAAAQBAJ&pg=PA30 p. 30]. ISBN 88-7094-804-8</ref>
*[[Umiltà]] è la virtù che frena il desiderio innato dell'uomo di innalzarsi sopra il proprio merito.<ref>Citato in [[Natale Ginelli]], ''La tua via'', Edizioni Paoline, Milano, 1957.</ref>
*Uno e identico è l'atto del sentito e del senziente.<ref>Dal ''De Anima'', III, l. 2 n. 9.</ref>