Simone de Beauvoir: differenze tra le versioni

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→‎Il secondo sesso: porre il proprio orgoglio al di là della differenziazione sessuale
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*L'uomo si innalza al di sopra dell'animale, non suscitando ma rischiando la vita; perciò nell'umanità la preminenza è accordata non al sesso che genera ma a quello che uccide. (2013)
*''Farsi'' oggetto, ''farsi'' passiva, è tutta un'altra cosa dall'''essere'' un oggetto passivo. (2013)
*L'ideale dell'uomo medio occidentale è una donna che subisca liberamente la sua egemonia, che non accetti le sue idee senza discuterle, ma finisca per accedere alle sue ragioni, che gli resista con intelligenza per farsi convincere alla fine. Più l'orgoglio maschile diventa ardito, più desidera che l'avventura sia pericolosa: è più bello domare Pentesilea che sposare Cenerentola ossequiente. «Il guerriero ama il pericolo e il gioco» dice Nietzsche «e ciò perché ama la donna che è il gioco più pericoloso.» L'uomo che ama il pericolo e il gioco vede senza dispiacere tramutarsi la donna in amazzone, se ha la speranza di conquistarla: ciò che vuole nel profondo del cuore è che la lotta resti per lui un gioco, mentre la donna deve impegnarvi il suo destino; questa è la vera vittoria dell'uomo, liberatore o conquistatore: che la donna lo riconosca liberamente come il proprio destino. (I, III, II; 2016, pp. 198-199)
* [Sull'espressione «avere una donna»] In molti uomini questa esigenza si degrada: invece di una rivelazione esatta, cercano in fondo a due occhi vivi la loro imagine aureolata d'ammirazione e di gratitudine, divinizzata. Se la donna è stata spesso paragonata all'acqua, è, tra l'altro, perché la donna è lo specchio in cui Narciso maschio si contempla: si piega su di lei in buona o in cattiva fede. Ma in ogni caso, ciò che le chiede è di essere fuori di lui tutto quello che egli non può cogliere in sé, perché l'interiorità dell'esistente è un nulla e, per pervenire a se stesso, bisogna che egli si proietti in un oggetto. La donna è per lui ricompensa suprema poiché, in una forma estranea che gli è concesso di possedere, rappresenta la sua apoteosi. È precisamente il «fenomeno incomparabile», il se stesso che egli stringe quanto ha tra le braccia la creatura che riepiloga il Mondo alla quale ha imposto i suoi valori e le sue leggi. Unendosi a quest'altro che ha fatto proprio, spera di raggiungere se stesso. Tesoro, preda, gioco e rischio, musa, guida, giudice, mediatrice, specchio, la donna è l'Altro in cui il soggetto si supera senza essere limitato, che si oppone a lui senza negarlo; è l'Altro che si lascia annettere senza cessare di essere l'Altro. E in ciò è talmente necessaria alla gioia dell'uomo e al suo trionfo che si può dire che se non esistesse, gli uomini l'avrebbero inventata. (I, III, II; 2016, p. 200)
* Quando sarà finalmente possibile a ogni essere umano di porre il proprio orgoglio al di là della differenziazione sessuale, nella difficile gloria della propria libera esistenza, allora soltanto la donna potrà confondere la sua storia, i suoi problemi, i suoi dubbi, le sue speranze, con quelli dell'umanità; allora soltanto potrà cercare di rivelare nella sua vita e nelle sue opere l'intera realtà e non soltanto la propria persona. Finché deve ancora lottare per diventare un essere umano, non può essere una creatrice. (II, XIV; 2016, p. 684)
 
==''L'età forte''==