Ludwig Wittgenstein: differenze tra le versioni

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*Il matematico non scopre: inventa. (I, 167)
*Un tizio<ref>Probabilmente [[Godfrey H. Hardy]]</ref> allarga il dominio della [[matematica]]: dà nuove definizioni e trova nuovi teoremi – e, da un ''certo'' punto di vista, si può dire che non sa quello che fa. – Immagina vagamente di aver ''scoperto'' qualcosa di simile a uno spazio (e a questo punto pensa a una stanza), di aver aperto i confini di un nuovo regno: e se gli si chiedesse qualcosa al proposito direbbe una gran quantità di cose insensate. (IV, 5)
*Non necessariamente chi conosce una [[proposizione]] [[aritmetica]] conosce qualcosa. (V, 2)
*''Non'' si può dire, dunque, che la matematica ci insegna a contare? Ma se ci insegna a contare perché non ci insegna anche a confrontare tra loro i colori? (V, 38)
 
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*Il pensiero è la proposizione munita di senso. (p. 4)
*La totalità delle proposizioni è il linguaggio. (p. 4.001)
*La proposizione è un'immagine della realtà. La proposizione è un modello della realtà quale noi la pensiamo. (4.01<ref>Citato in Vittorio Ugo, ''I luoghi di Dedalo. {{small|Elementi teorici dell'architettura}}, postfazione di Roberto Masiero, Edizioni Dedalo, Bari, 1991, ''[https://www.google.it/books/edition/I_luoghi_di_Dedalo/TShl65N2RygC?hl=it&gbpv=1&dq=&pg=PA35&printsec=frontcover p. 35].</ref>)
*L'uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può esprimersi, senza sospettare come e che cosa ogni parola significhi. – Cosí come si parla senza sapere come i singoli suoni siano emessi. Il linguaggio comune è una parte dell'organismo umano, né è meno complicato di questo. È umanamente impossibile desumerne immediatamente la logica del linguaggio. Il linguaggio traveste i pensieri. E precisamente cosí che dalla forma esteriore dell'abito non si può concludere alla forma dei pensiero rivestito; perché la forma esteriore dell'abito è formata per ben altri scopi che quello di far riconoscere la forma del corpo. Le tacite intese per la comprensione del linguaggio comune sono enormemente complicate. (p. 4.002)
*Tutta la filosofia è «critica del linguaggio». (p. 4.0031)
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*Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le ''possibili'' domande scientifiche hanno avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati. (p. 6.52)
* Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi; dunque, proposizioni della scienza naturale – dunque qualcosa che con la filosofia nulla ha da fare –, e poi ogni volta che altri voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. Questo metodo sarebbe insoddisfacente per l'altro – egli non avrebbe il senso che gli insegniamo filosofia –, eppure esso sarebbe l'unico rigorosamente corretto. (p. 6.53)
 
 
==[[Explicit]]==