Terenzio Mamiani: differenze tra le versioni

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*Non credo che in veruna straniera [[letteratura]] possa come nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli e non li soverchiasse la troppa chiarezza di [[Dante]], dell'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e del [[Torquato Tasso|Tasso]]. Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la ''Croce racquistata'' del [[Poggio Bracciolini|Bracciolini]] o il ''Conquisto di Granata'' di [[Girolamo Graziani|Girolamo Graziane]] sostengono bene assai il paragone o con l'Araucana dell' [[Alonso de Ercilla|Ercilla]] o coi medesimi ''Lusiadi'' {{NDR|di [[Luís Vaz de Camões]]}} ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del poeta ; e per simile, io giudico che l' ''Amadigi'' del [[Bernardo Tasso|Tasso il vecchio]] o l'''Orlando innamorato'' del [[Francesco Berni|Berni]], non temono di gareggiare con la ''Regina Fata'' di [[Edmund Spenser|Spenser]] e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel ''Furioso'' e nella ''Gerusalemme'' ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di ben cantare i difetti del [[Torquato Tasso|Tasso]], molti in quel cambio li esagerarono. (XXII)
*Scusabile mi si fa il [[Giovan Battista Marino|Marino]] e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il [[Luis de Góngora|Gongora]], meno ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi ; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso [[Pierre Corneille|Cornelio]], alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il [[Nicolas Boileau|Boileau]] ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del [[Torquato Tasso|Tasso]]. (XXIII)
*Dal [[Giovan Battista Marino|Marino]] incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvagemalvagie, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche narrazioni. (XXIV)
*{{NDR|Dal cinquecento al secolo XVII}} [...] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con me il [[Gabriello Chiabrera|Chiabrera]], il [[Vincenzo da Filicaja|Filicaja]] ed il [[Alessandro Guidi|Guidi]]. (XXV)
*Dal solo [[Gabriello Chiabrera|Chiabrera]] fu l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente nelle sue mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e infine il sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. (XXV)