Gino e Michele: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Gino e Michele==
*Amavamo [[Tex]]... Non ci sembrava neanche una scelta, era un obbligo per la nostra generazione. (citato in ''Tex: la leggenda'', Mondadori, quarta di copertina)
*[A]ndare a vedere [[Giorgio Gaber|Gaber]] significava confrontarsi con un linguaggio che certo non potevi pensare di riproporre al suo livello, ma che comunque era raggiungibile. Era un obiettivo realistico. Gaber è stato forse l'unico a essere contemporaneamente rivoluzionario, politico, innovatore e anche comunicatore. Nonché poeta. Un poeta che però ci si era presentato con un biglietto da visita sconvolgente.<ref>Citato in ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', a cura di Andrea Pedrinelli, Kowalski, Milano, 2008.</ref>
*Berlusconi: un quasi bisnonno che non accetta l'idea di invecchiare. (da ''Le cicale 2010'')
*Gli azzurri a tavola sono impeccabili: [[Roberto Mancini|Mancini]] mangia le banane con le posate; [[Fernando De Napoli|De Napoli]] invece viceversa, ma ha uno stomaco che digerisce tutto. Solo [[Aldo Serena|Serena]], destinato alla tribuna, sputa nel piatto dove mangia. Ma è l'unico. [[Stefano Tacconi|Tacconi]] sputa nel piatto di [[Walter Zenga|Zenga]], [[Giancarlo Marocchi|Marocchi]] in quello di [[Carlo Ancelotti|Ancelotti]] e Mancini in quello di [[Salvatore Schillaci|Schillaci]] che, tanto, abituato alle critiche più feroci, manda giù tutto.<ref>Citato in ''Palla lunga e pedalare'', p. 38.</ref>
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*Legge di [[Aldo Biscardi|Biscardi]]: la porta si viola, ma va bene anche di un altro colore.<ref name=leggi>Citato in ''Palla lunga e pedalare'', p. 25.</ref>
*Legge di [[Azeglio Vicini|Vicini]]: una porta se c'è la maniglia vuol dire che abbiamo sbagliato campo.<ref name=leggi/>
*[A]ndare a vedere [[Giorgio Gaber|Gaber]] significava confrontarsi con un linguaggio che certo non potevi pensare di riproporre al suo livello, ma che comunque era raggiungibile. Era un obiettivo realistico. Gaber è stato forse l'unico a essere contemporaneamente rivoluzionario, politico, innovatore e anche comunicatore. Nonché poeta. Un poeta che però ci si era presentato con un biglietto da visita sconvolgente.<ref>Citato in ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', a cura di Andrea Pedrinelli, Kowalski, Milano, 2008.</ref>
*Sottilissimo è il filo che separa una buona battuta da una tremenda stronzata.<ref>Da ''Anche le Formiche... Anno Secondo'', prefazione, p. 7.</ref>
*Tre quarti delle menzogne che ''la Repubblica'' scrive su [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] sono vere. (da ''Le cicale 2010'')