Charles Langbridge Morgan: differenze tra le versioni

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===Incipit===
L'ultimo sabato di novembre, terzo mese di guerra, Richard Cannock eseguì, sull'occhio di una donna, un'operazione così audace e sottile, da ritrarne la stessa soddisfazione che uno scrittore può trovare in un periodo immacolato. Si recò a far colazione al Garrick Club e sedette alla tavola comune. Alla sinistra aveva un attore vecchio e famoso, a cui, come a molti altri, le scene erano ora precluse; a destra Copley Deedes, un chirurgo più giovane di tre o quattro anni, quanto bastava per non aver dovuto partecipare alla prima guerra mondiale.<br>Uomo di poche parole, Cannock, dopo un cenno di saluto ai due, ordinò un pasto e girò lo sguardo intorno. I quadri migliori erano emigrati « in luogo più sicuro » e solo le vuote cornici pendevano alle pareti; sì che pensò: c'è un elemento di compenso in una cornice vuota, uno può immaginarsi un capolavoro da sé; ma rimpianse gli Zoffany e segnatamente quello ch'era sempre stato appeso sopra il caminetto, il più bello Zoffany del mondo.
 
===Citazioni===
*Lei crede forse che l'Onnipotente dia a ognuno il suo, creando un nuovo Adamo e una nuova Eva ogni trent'anni? (p. 34)
*È sempre difficile sapere quando e in virtù di quale stimolo un sospetto si è offerto per la prima volta alla mente. (p. 68)
*L'immaginazione consiste nel vedere le cose come sono realmente, nella loro vera essenza, non quali appaiono essere. È il supremo realismo dello spirito. Il paradosso è che l'amore è sua causa ed effetto. (p. 118)
*Coloro che amano dovrebbero stare spesso silenziosi. (p. 124-125)
 
{{NDR|Charles Morgan, ''La stanza vuota'' (''The Empty Room''), traduzione di Giorgio Monicelli, Arnoldo Mondadori Editore, 1948.}}