Ultime parole dai film: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 1 792:
::{{spiegazione|A causa di uno sciopero dei contadini, i proprietari sono costretti a lavorare nei campi al posto loro. Nel vedere l'arrogante Giovanni Berlinghieri e i suoi famigliari lavorare, l'anziano contadino Leo Dalcò e il nipote Olmo scoppiano bonariamente a ridere, godendosi finalmente una rivalsa su coloro che fino a quel punto li hanno trattati da schiavi. Tuttavia Leo si tocca sofferente il petto e, capendo cosa gli stia per succedere, ordina al nipote di prendergli qualche foglia, in modo da distrarlo: l'accortezza del vecchio contadino si rivelerà giusta, in quanto, mentre Olmo raccoglie le foglie, Leo ha un malore e muore.}}
 
*Attila, hai... dimenticatoDimenticato i guanti... ('''Patrizio''')
::{{spiegazione|Durante il matrimonio di Ada e Alfredo, la di lui bisbetica cugina Regina e il suo amante Attila, fattore sadico nonché fascista, si chiudono nella cascina del vino e, frustrati dai comportamenti di Alfredo e Ubriachi, decidono di sposarsi seduta stante. In quel momento però irrompe il piccolo Patrizio, ammiratore di Attila, venuto a riportargli i guanti, ma i due pazzi lo catturano e lo seviziano. Poco dopo il povero Patrizio prova a fuggire, ma l'isterico Attila lo afferra e lo sbatte più volte contro il muro, maciullandogli la faccia sotto le risate isteriche di Regina.}}
 
Riga 1 803:
*Ti ricordi? Come quando eravamo bambini... ('''Alfredo Berlinghieri''')
::{{spiegazione|Ormai anziani, Alfredo e Olmo si ritrovano a giocare nei luoghi della loro infanzia. Qui, mentre Olmo finge di sentire nel palo del telegrafo la voce del padre mai conosciuto, Alfredo si sdraia sulle rotaie come nel gioco che facevano da bambini e, quasi per rispettare la tradizione di famiglia che vuole il più anziano morto suicida, si lascia travolgere dal treno che arriva in quel momento.}}
 
===''[[Oscar insanguinato]]''===
*Tu...Eri morto... ('''George Maxwell''')
::{{spiegazione|Nonostante i brutti presentimenti della moglie, il critico teatrale George Maxwell si reca in una sua proprietà occupata da un gruppo di barboni: accompagnato da due poliziotti, egli inizia a cacciare via i barboni quando improvvisamente alcuni di loro lo attaccano con dei coltelli e dei frammenti di vetro. Senza che i poliziotti muovano un dito per aiutarlo, Maxwell tenta una vana fuga venendo ripetutamente pugnalato dal gruppo: in punto di morte, il critico si accorge che uno dei poliziotti è Edward Lionheart, attore spinto al suicidio da lui e i suoi colleghi e che lo ha fatto uccidere inscenando il "Giulio Cesare" di Shakespeare}}
 
*È quest'arroganza che non le ha fatto vincere il premio della critica, Lionheart! ('''Hector Snipe''')
::{{spiegazione|Con la promessa di un'intervista al redivivo Lionheart il critico Hector Snipe viene attirato in un teatro abbandonato: qui l'ex attore accusa lui e i suoi colleghi di averlo umiliato con le loro feroci ed esagerate stroncature. Indispettito dal comportamento dell'attore, Snipe decide di andarsene, ma viene istantaneamente bloccato da Edwina, figlia dell'attore, e da numerosi accoliti dell'attore: vestito da Achille come nel "Troillo e Clessidra", Lionheart trafigge il critico al petto con una lancia. Successivamente il suo cadavere verrà fatto trascinare da un cavallo il giorno del funerale di Maxwell.}}
 
*Si, cara. ('''Horace Sprout''')
::{{spiegazione|Rientrato a casa con la moglie, il critico Horace Sprout trova nella propria camera un grosso baule: non riuscendolo ad aprire, il remissivo critico sceglie di provare la mattina successiva. Durante la notte, dal baule escono Lionheart ed Edwina, esattamente come nel "Cimbellino" di Shakespeare: travestiti da chirurgi, i due praticano una grottesca operazione decapitando Sprout nel sonno.}}
 
*È stato Devlin, è stato Devlin! No! ('''Trevor Dickman''')
::{{spiegazione|Incontrata in un bar Edwina, che si spaccia per un'attrice conoscente di Sprout, il critico lussurioso Trevor Dickman viene attirato in un teatro: qui inizialmente gli viene fatto credere che si stanno tenendo le prove per "il mercante di Venezia" e gli viene chiesto di interpretare Antonio. Nel momento della scena del prelievo della libra di carne, egli viene immobilizzato dagli accoliti di Lionheart, che si smaschera mentre intepreta Shylock, che afferma di voler riscrivere l'opera con la morte del protagonista: Dickman tenta invano di scaricare la colpa sul capo dei critici, Peregrine Devlin, ma Lionheart è implacabile e gli estrae il cuore dal petto, pesandolo in modo da ottenere una libra esatta. Il cuore verrà poi spedito per posta a Devlin e alal polizia.}}
 
*No, Lionerheart, ti prego! Pietà, pietà! ('''Oliver Larding''')
::{{spiegazione|Scortato da un poliziotto, il critico amante del vino Oliver Larding si reca in un enoteca per una degustazione omaggio: qui viene accompagnato nelle cantine da Edwina, travestita da somellier, e dagli accoliti di Lionheart, mentre il poliziotto resta di guardia fuori dall'edificio. Larding beve sempre di più con soddisfazione, finché non nota Lionheart travestito da Riccardo III: deciso a fargli fare la fine del duca di Clarence nell'omonima opera, l'ex attore fa annegare Larding dai suoi sgherri in una botte di vino, poi chiusa ermeticamente da lui ed Edwina.}}
 
*Lasciami, caro, ti prego! ('''Signora Psaltery''')
::{{spiegazione|Tramite una telefonata anonima, il gelosissimo critico Salomon Psaltery scopre che la meglio lo tradisce: tornato prima del solito alla propria abitazione egli nota un uomo entrare in casa invitato calorosamente dalla moglie. In realtà l'uomo, ovvero Lionheart sotto mentite spoglie, è un massaggiatore, ma finge appositamente di avere un rapporto sessuale con la donna per ingannare Psaltery, che sta ascoltando i due dietro alla porta della camera: furibondo, il critico irrompe nella stanza e soffoca la moglie come un novello Otello, portando inconsapevolmente a termine il piano di Lionheart di farlo finire in prigione con l'ergastolo.}}
 
*Butch, così sono scomoda, mi fai male! ('''Chloe Moon''')
::{{spiegazione|Recatasi dal parrucchiere con un agente di scorta, la critica Chloe Moon scopre che il suo parucchiere di fiducia non è presente: a servirla è l'effemminato Butch, in realtà Lionheart sotto l'ennesimo travestimento. A disagio col parucchiere, la donna si accorge durante la seduta che è stata legata alla propria sedia: dopo essersi presentato, Lionheart collega la sedia alla corrente da alto voltaggio, fulminando Moon e replicando il rogo di Giovanna d'Arco visto nell'Enrico VI.}}
 
*Mai più! ('''Meredith Merridew''')
::{{spiegazione|Tornato a casa, il goloso critico Meredith Merridew si mette a cercare i suoi amatissimi cani ma trova nel soggiorno una sorpresa gradita: si tratta della troupe del programma tgelevisivo "questo è il tuo piatto", che gli offre un pasticcio di carne da gustare. Merridew mangia con sazietà, ma alla fine del pasto si allarme per le parole dello chef, che dichiara che i suoi cani sono già presenti, e per un pelo trovato nel piatto: divertito, il cuoco, che altri non è che Lionheart, mostra allo sconcertato critico che ha ucciso i suoi due cani e li ha usati per creare i pasticci di carne serviti a Merridew, proprio come accaduto alla regina Tamara nel Tito Andronico. Gettato Merridew su un tavolo, il divertito Lionheart si fa promettere di non venir più sbeffeggiato e, infilandogli un imbuto in bocca, lo costringe a trangugiare i resti del pasticcio soffocandolo a morte.}}
 
*Per te, o sventurato sovrano, sono molto afflitta... ('''Edwina Lionheart''')
{{spiegazione|Rapito Devlin, Lionheart gli ordina di premiarlo ufficialmente con il premi che gli era stato negato tre anni prima dai critici: se non lo farà egli verrà accecato da due pugnali roventi, proprio come avvenuto al Re Lear. Devlin si rifiuta e pertanto è Edwina a premiare il padre: dopo una veloce cerimonia, Lionheart sente le sirene della polizia ed inizia a dare fuoco all'intero teatro. Edwina ordina ferocemente ai barboni sgherri dell'attore di aiutarlo a distruggere tutto, ma una di loro si spaventa e la colpisce alla testa con la statuetta del premio: mentre i barboni fuggono dal teatro, Edwina muore tra le braccia del padre citando per un'ultima volta Shakespeare.}}
 
*Lei non c'è più...Io so distinguere i vivi dai morti: lei non è più su questa terra! ('''Edward Lionheart''')
::{{spiegazione|Con la morte di Edwina, la malata psiche di Lionheart crolla definitivamente: mentre Devlin viene liberato dagli agenti della polizia prima che i pugnali possano accecarlo, l'attore scappa col cadavere della figlia sul tetto del teatro. Qui egli cita per un'ultima volta Shakespeare piangendo la morte della figlia con le parole usate da Re Lear nell'opera del bardo: l'istante successivo egli viene avvolto da una fiammata e precipita nel teatro, morendo una volta per tutte con, a detta di Devlin, "una grande abilità nell'uscire di scena".}}
 
===''Il padrino''===