Friedrich Nietzsche: differenze tra le versioni

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==''Umano, troppo umano''==
*Alle persone che non amiamo imputiamo a colpa le gentilezze che ci fanno. (I, 309)<ref name="sordi">Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Con sguardi, suoni e atti, molti [[animale|animali]] stimolano l'uomo a ''immaginare'' se stesso in loro, e molte religioni insegnano a vedere in certi casi nell'animale la dimora di anime di uomini e di dèi: ragion per cui raccomandano in genere più nobile attenzione, anzi rispettoso timore, nel modo di trattare gli animali.<br />Anche dopo la scomparsa di questa superstizione, i sentimenti da essa suscitati continuano ad agire, maturando e fiorendo. Su questo punto, com'è noto, il cristianesimo si è dimostrato una religione povera e retrograda. (II<ref name="Ditadi">Citato in Ditadi 1994, p. 872.</ref>)
*Con un [[talento]] in più si è spesso più insicuri che con uno in meno: come il tavolo sta meglio su tre che su quattro gambe. (I, 560; 2011)
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*Non c'è niente da fare: ogni [[maestro e discepolo|maestro]] ha solo un allievo – e questo gli diventa infedele – perché è destinato anche lui a essere [[maestro e discepolo|maestro]]. (II, 357; 2011)
*Quando in un mattino di domenica sentiamo rimbombare le vecchie [[Campana|campane]], ci chiediamo: ma è mai possibile! Ciò si fa per [[Gesù|un ebreo crocifisso duemila anni fa]] che diceva di essere il figlio di Dio. La prova di una tale asserzione manca. Sicuramente nei nostri tempi la religione [[cristianesimo|cristiana]] è un'antichità emergente da epoche remotissime, e che si creda a quell'asserzione – mentre per il resto si è così rigorosi nell'esaminare ogni pretesa – è forse il frammento più antico di quest'eredità. (I, 113; 2011)
*''[[Santippe]]''. – Socrate trovò una donna, quale gli abbisognava; – ma non l'avrebbe mai cercata, se l'avesse conosciuta abbastanza bene: anche l'eroismo di questo spirito libero non sarebbe andato così lontano. In realtà Santippe lo spinse sempre più alla sua propria vocazione, rendendogli spiacevole e inabitabile la sua casa e il suo focolare; gli insegnò a vivere nelle strade e dovunque si potesse chiacchierare e restare in ozio, e con ciò fece di lui il più grande dialettico delle strade d'[[Atene (città antica)|Atene]]; il quale dovette finire con paragonare sé stesso ad un pungente assillo che fosse stato posto da un dio sul collo del bel cavallo Atene per non lasciarlo mai in pace. (433; 1927)
*''Serietà nel gioco''. A [[Genova]], nel tempo del crepuscolo, sentii giungere da una torre un prolungato suono di campane: non voleva finire e risonava come insaziato di se stesso, sopra il rumore dei vicoli nel cielo serotino e nell'aria marina, così agghiacciante, così fanciullesco insieme, così melanconico. Allora mi ricordai delle parole di Platone e le sentii tutt'a un trarro nel cuore: ''Tutto ciò che è umano non è, in complesso, degno di esser preso molto sul serio; tuttavia...''<ref>Platone, ''Leggi'', 803 b. {{cfr}} I, 2008, nota 65, p. 323</ref>'' '' (I, 628; 2008)
*Si dovrebbe considerare uno [[scrittore]] come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri. (I, 193; 2011)