Ananda Coomaraswamy: differenze tra le versioni

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*Chi ha compreso il declino e il crollo della [[Occidente|civiltà occidentale]] riconoscerà in [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] colui che ha risvegliato la coscienza dell'Europa.<ref>Da ''La visione cosmopolita di Nietzsche'', in ''La danza di Śiva'', traduzione di Giampiero Marano, Adelphi, Milano, 2011, p. 225.</ref>
*Molti sono i sentieri che conducono alla vetta dell'unico e identico monte; le differenze tra questi sentieri sono tanto più visibili quanto più in basso ci si trova, ma esse svaniscono arrivando alla vetta. […] Chi continua a girare intorno al monte in cerca di altri sentieri non sale alla vetta. Non avviciniamoci mai ad un altro fedele per chiedergli di diventare "uno di noi"; avviciniamoci invece a lui con rispetto dovuto a uno che è già dei "Suoi", che è già di "Colui che è" e dalla cui invariabile bellezza ogni essere contingente dipende.<ref>Da ''Sapienza orientale e cultura occidentale'', Rusconi, Milano, p. 74. Citato in Adriana Mazzarella ''Alla ricerca di Beatrice. {{small|Dante e Jung}}'', Edizioni Edra, Milano, 2017, p. 510. ISBN 978-88-214-4070-0</ref>
*[…] Quale diritto naturale dell'uomo, quale virtù soprannaturale, quale [[Cristo]] disceso dai cieli non è stato calpestato? Tutto ciò che si è letto o udito sulla barbarie dei pagani, è stato superato dai conquistatori cristiani.<ref>Da ''Sapienza orientale e cultura occidentale'', Rusconi, Milano, p. 94. Citato in Adriana Mazzarella ''Alla ricerca di Beatrice. {{small|Dante e Jung}}'', Edizioni Edra, Milano, 2017, p. 510. ISBN 978-88-214-4070-0</ref>
*Se in un certo modo si può dire che il [[Buddha]] fu un riformatore, egli lo fu solo nel senso etimologico della parola: il Buddha è disceso dal Cielo non per portare un nuovo ordine, ma per restaurare l'ordine antico. Se Il suo insegnamento è «perfetto e infallibile», è perché ha penetrato completamente la Legge Eterna (''akalika dharma'') e ha verificato egli stesso ogni cosa in Cielo e in Terra. Il Buddha denuncia come una vile eresia l'affermazione che egli insegna «una ''sua'' filosofia».<ref>Da ''Majjhima Nikaya'', I, 68 s. {{cfr}} ''Induismo e Buddismo'', p. 66, nota 5.</ref>Non vi sono mai stati veri saggi che siano venuti per distruggere; sono sempre venuti per compiere la Legge.<ref>Da ''Il Buddhismo'', ''Introduzione'', in ''Induismo e Buddismo'', Rusconi, Milano 1994, pp. 66-67. ISBN 88-18-70053-7 </ref>