Luigi Cibrario: differenze tra le versioni

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*Sopra tutto riluceva nel conte {{maiuscoletto|Balbo}} l'amore di giustizia. Commendava i suoi nemici, e n'ebbe molti, pur troppo, delle virtù che credeva potersi loro attribuire, e taceva dei vizi e non si lagnava delle offese che ne aveva ricevute. Potendo, anzi forse dovendo mutarli d'ufficio perché inetti, li mantenne, anzi li ricompensò, per tema che la passione, facendo velo al giudizio, lo rendesse men giusto verso di loro. Epperò vi fu chi disse che per essere favorito dal conte Balbo bastava essergli nemico. Censura che vale un panegirico.<ref>Da ''Epigrafi latine ed italiane con alcune necrologie del conte Luigi Cibrario'', Tipografia eredi Botta, Firenze-Torino, 1867, pp. 116-117.</ref>
 
* Favoleggiano i monaci della Novalesa che un re chiamato Romolo coperto di [[lebbra]] si ritirasse a godere le pure aure di [[Rocciamelone|questo monte]] e che dal suo nome di chiamasse ''Monte Romuleo''. Poiché in tal guisa ne avevano gli umanisti del medio evo trasformato il nome, come avean mutato, per renderlo più orrevole [''sic''], quello del Moncenisio in monte Cillenio. <ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=zGMPAAAAQAAJ&pg=PA291&dq=%22rocciamelone%22&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjwpfvM7oTvAhWMlIsKHeopDVYQ6AEwBnoECAkQAg#v=onepage&q=%22rocciamelone%22&f=false Studi storici]'', volume 1, Stamperia Reale, Torino, 1851, p. 291.</ref>
 
==''La morte del conte Carmagnola''==