Nel nome del padre (film 1972): differenze tra le versioni

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'''''Nel nome del padre''''', film italiano del 1972, con [[Yves Beneyton]], [[Laura Betti]] e [[Renato Scarpa]], regia di [[Marco Bellocchio]].
 
==Frasi==
*Padre, se mi ribello è perché non riesco a cavar fuori niente da questa esperienza e non posso permettermi di sprecarmi. Ma dove sono capitato, ho forse sbagliato secolo, sto sognando? In questo collegio vengono violate le regole più elementari dell'economia e dell'efficienza: sopravvive, detesto questa condizione. Spreco di spazio, di tempo, intelligenza, spreco di tutto. Vita vegetativa in attesa che finisca l'anno e nient'altro. Padre, ma qui, qui è tutta una farsa: la divisa, i castighi, la disciplina, la tradizione, professori, prefetti, il personale, i convittori. I convittori: ma no, c'è uno sbaglio, non sono altro che dei neuropatici, una clinica psichiatrica sarebbe adatta a loro. ('''Transeunti''', a padre Corazza)
 
==Citazioni su ''Nel nome del padre''==
*Film aspro e di una splendida aggressività. Contratto in una smorfia, forsennato, lirico. La sequenza del pranzo di Natale nel refettorio delle vittime – schiavi – ha la stessa potenza che in [[Luis Buñuel|Buñuel]], pensiamo al banchetto in Viridiana. La visita "mistica" della Vergine all'allievo che si masturba, l'abbattimento del fico miracoloso, lo stravagante delirio surrealista della recita scolastica: tutti magnifici esempi di cinema che scuote. ([[Jean-Louis Bory]])
*In ''Nel nome del padre'' [...] durante una messa, un ragazzo si sta masturbando, e la Madonna arriva accanto a lui, ad abbracciarlo. È il simbolo che tutti possono sbagliarsi, ma che devono essere "corretti" con l'amore, la carità e la fiducia. ([[Renato Scarpa]])
*Marco Bellocchio parla di cose che conosce benissimo; e quel chche più importa, ne parla con una consapevolezza critico-storica rara tra i nostri registi. ([[Alberto Moravia]])
*Questo film è molto difficile da capire quarant'anni dopo la sua uscita. Ma perfino oggi provoca delle forti emozioni. ([[Renato Scarpa]])
*Succosa metafora della condizione religiosa e sociale degli [[anni sessanta]], ''In nome del padre'' è un film provocante, dunque vitale e dove i simboli sono trasparenti. Scavalcando il reale plausibile è di fortissimo risalto espressionistico, crudo nell'affresco dell’ambiente, feroce nel taglio dei tipi. Una fantasia potente lo governa. ([[Giovanni Grazzini]])