Carlo Emilio Gadda: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Carlo Emilio Gadda==
*Credo fosse il 1954. Avevo lasciato da poco la [[Rai]], dove ero stato assunto nel 1950 come giovanissimo funzionario al Terzo programma radiofonico. C'era gente interessante allora. Mi capitò di intrattenere rapporti di scontrosa familiarità con personaggi anche notevoli, come per esempio Gadda. {{NDR|«L'aneddotica su di lui è vasta»}} È vero, potrei dirle che c'erano certi giorni in cui si trascinava nei corridoi tirandomi per la giacca e dicendo cose irripetibili su alcuni suoi colleghi. Ma al di là di ciò dava l'impressione di essere un uomo misterioso, che arrivava da un buio antico, da un dolore indicibile che ha prodotto uno stile ecumenico. Senza ombra di dubbio è stato il più grande [[scrittore]] italiano del [[XX secolo|'900]]. {{NDR|«Come argomenterebbe questa affermazione?»}} Sentì più di ogni altro la carenza di vocalità dell'[[Lingua italiana|italiano]]. Avendo l'italiano poca voce, necessita del supporto del [[canto]] o del [[dialetto]]. Ma Gadda non era uno scrittore dialettale. Inventò una lingua vocale che si appoggiava ai dialetti. Si comportò come [[Dante]] con la [[Divina Commedia|Commedia]]. Che dopo aver detto che tutti i dialetti fanno schifo, che non ce ne è uno che valga "la pantera profumata del volgare illustre", scrive utilizzando di tutto: desinenze, calate, strutture sintattiche delle parlate che conosceva e perfino di quelle che gli erano ignote. ([[Vittorio Sermonti]])
*Erano gli anni delle 'cause' ricavate da "Paese Sera": ogni sera Elsa Morante arrivava in trattoria agitando "Paese Sera" e strillando che era uno scandalo e bisognava mobilitarsi, una volta per la bomba atomica, un'altra per i gatti di Roma. E il giorno dopo, al telefono Gadda: "Ha urlato parecchio anche ieri sera? Ho fatto bene a non uscire". ([[Alberto Arbasino]])
*Gadda diceva di sé: "Io non sono né un esibitivo né narcissico" e io posso dire la stessa cosa di me. "Low profile" è la parola d'ordine. ([[Alberto Arbasino]])