Tifoseria della Juventus Football Club: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m minuzie estetiche
Riga 16:
*{{NDR|Nel 1987}} Il tifoso juventino è borghese o aspirante borghese. Si manifesta dove un capoluogo abbia da farsi perdonare nequizie medioevali. Fuor dal [[Piemonte]], i più devoti juventini sono [[Lombardia|lombardi]], e ancora emiliani di Romagna. Se c'entri anche il Re [[Casa Savoia|sabaudo]] non so dire. Fatto è che la "Juventinitas" è un sentimento che fa casta. Io spesso ironizzo chiamando Thugs i devoti della dea Kahlì: ma sotto sotto li invidio. Hanno un garbo, una certezza, un piglio che non sempre si scopre. ([[Gianni Brera]])
*{{NDR|Nel 2014}} [In Italia] ci sono 50 milioni di [[Tifo sportivo|tifosi]], 12 sono della Juve, gli altri del [[Associazione Calcio Milan|Milan]], dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto. ([[Massimiliano Allegri]])
*La gente o ama la Juve o l'odia. Non importa dove giochi, ha sempre dei tifosi che la sostengono. Gli stadi sono sempre pieni ovunque vada. È un club che cerca di creare un'atmosfera speciale e tutti hanno un ruolo da svolgere in ciò. ([[Hasan Salihamidžić]])
[[File:Juventus Turyn fans 2006.jpg|thumb|Tifosi juventini allo stadio Olimpico di Torino (2006)]]
 
*La gente o ama la Juve o l'odia. Non importa dove giochi, ha sempre dei tifosi che la sostengono. Gli stadi sono sempre pieni ovunque vada. È un club che cerca di creare un'atmosfera speciale e tutti hanno un ruolo da svolgere in ciò. ([[Hasan Salihamidžić]])
*La Juve è l'unica squadra i cui tifosi sono distribuiti in modo uniforme su tutto il territorio, mentre I'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], per esempio, riunisce in particolare quelli del Nord Italia. È anche la squadra i cui tifosi sono divisi tra destra e sinistra, al contrario della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], i cui sostenitori sono essenzialmente di sinistra o del [[Associazione Calcio Milan|Milan]] [di proprietà di Silvio Berlusconi], i cui tifosi sono maggiormente orientati al centro-destra. La Juve è diventata una sorta di partito nazionale popolare, così come l'erano la [[Democrazia Cristiana]] e il [[Partito Comunista Italiano]] al loro tempo. Con la scomparsa dei partiti di massa, è l'unico fattore di integrazione che va aldilà dell'appartenenza locale. ([[Ilvo Diamanti]])
*{{NDR|Nel 1990}} La Juventus è adorata dai tifosi che ne sono gelosi, la sorvegliano passo passo, ne conoscono tutti i pregi ma sono pronti a rimproverarle impietosamente i minimi difetti, la obbligano ad essere bella e sempre giovane malgrado gli ottant'anni e più, criticano appena delude ma cadono in ginocchio appena, dopo l'adulterio della sconfitta, ritorna verso di loro con la vittoria. ([[Jean Cau]])
Riga 25:
*La maledizione di essere juventini. [...] Perché sarà una maledizione? E da quando? In realtà da sempre, o da quasi sempre.<br/> Accade spesso che la Juventus abbia vinto partite all'ultimo minuto, e che le abbia vinte su rigore; e che il rigore dai tifosi della squadra avversaria sia fortemente contestato è la quasi normalità [...]. C'è chi prende a pretesto ogni fischio, compreso quello del capostazione, per invocare «rigore per la Juve». Non si sentono che fischi. Tutti i fischi hanno un'unica destinazione, un senso unico: assegnare la vittoria alla Juventus ad ogni costo. C'è qualcosa di paradossale su questa ironica o furiosa reazione: c'è sempre stata, ora ha raggiunto un diapason. Tifare per la Juve è diventato difficile, quasi impossibile. Vista dal di fuori la faccenda è anche buffa, il tifoso bianconero — per sfuggire agli sfottò — dovrebbe andare in giro travestito, nascondersi, non pronunciarsi. Non dovrebbe andare allo stadio, di sicuro non in quelli delle avversarie. ([[Franco Cordelli]])
*La storia che ti lega alla tua squadra del cuore è qualcosa di romantico [...]. Per un tifoso della Juventus è ancora più difficile da dimostrare in quanto è una squadra così vincente. Per cui sento un po' come un dovere da scrittore spiegare che la Juventus è la squadra che ha più vinto e perduto – e proprio sapendo perdere si impara a vincere. Amarla in questo modo dà ancora quel senso romantico di tifo che appartiene ad epoche passate. ([[Sandro Veronesi]])
*Non ti vergogni, tu che sei [[roma]]no, a stare per la Juventus? mi diceva sempre una zia di [[Milano]] che non stava per nessuno. No, non mi vergogno. [...] Prediligo gli umili e i modesti, coltivo le mie sofferenze e mi struggo per quelle degli altri, amo gli [[Sconfitta|sconfitti]]. Ma il caso ha voluto che, poco più che neonato, io sia stato tradotto per la prima volta a una partita di calcio, in capo a un interminabile periplo sulla Circolare Rossa, sui tavolacci del vecchissimo Testaccio. Il pubblico urlava all'arbitro e al nemico elaborati improperi che oggi mi sembrerebbero madrigali, ma allora, neonato, mi parvero improperi. Il [[nemico]] era una squadra mesta ed elegante, con l'ala destra calva, il centrosostegno arrembato e claudicante, una mezzala fragile e pallida come un re sotto il patibolo, grassoccio il portiere. Vestiva [[Colori e simboli della Juventus Football Club|braconi bianchi, calzettoni neri con due rigoline bianche, maglia bianca a strisce nere]]. Si chiamava in latino. Giocava maluccio. Il pubblico infieriva. Imperversavano "[[Associazione Sportiva Roma|i nostri]]" rosso-vino e giallo-mandarino. La squadra a strisce perse per tre a zero. Fingo il lirismo dell'amnesia. In realtà, senza aver mai prodotto il minimo sforzo per ricordarmele, ricordo con precisione inappellabile le formazioni delle due squadre, chi portava le cavigliere sopra i calzettoni e chi no, l'odore inebriante del fumo di migliaia di [[sigarette]] nell'umido pomeriggio d'[[inverno]], le grida di dileggio dei miei compaesani, la mia malinconia e la mia tenerezza. Per gli sconfitti. Ho aspettato tutta un'adolescenza, una [[Seconda guerra mondiale|guerra]], una ricostruzione, la consumazione di un primo amore e anche di un secondo, insomma quattordici anni ho aspettato perché quell'elegante endecasillabo di sconfitti a strisce mi vincesse un [[Campionato italiano di calcio|campionato]]. Da allora — ammetto — me ne ha vinti parecchi. E io continuo ad amare sconfitti che continuano a perdere. Ma nell'angolo appartato e secondario del mio cuore che concedo alla trivialità del "[[Tifo sportivo|tifo per lo spettacolo sportivo]]" mi sia consentito (anche perché me lo consento io) di amare anche questi sconfitti che vincono. ([[Vittorio Sermonti]])
[[File:Supporters of Juventus FC - Stadio Comunale, Turin (circa 1973).jpg|thumb|Tifosi juventini allo stadio Comunale di Torino (1973)]]
 
*Non ti vergogni, tu che sei [[roma]]no, a stare per la Juventus? mi diceva sempre una zia di [[Milano]] che non stava per nessuno. No, non mi vergogno. [...] Prediligo gli umili e i modesti, coltivo le mie sofferenze e mi struggo per quelle degli altri, amo gli [[Sconfitta|sconfitti]]. Ma il caso ha voluto che, poco più che neonato, io sia stato tradotto per la prima volta a una partita di calcio, in capo a un interminabile periplo sulla Circolare Rossa, sui tavolacci del vecchissimo Testaccio. Il pubblico urlava all'arbitro e al nemico elaborati improperi che oggi mi sembrerebbero madrigali, ma allora, neonato, mi parvero improperi. Il [[nemico]] era una squadra mesta ed elegante, con l'ala destra calva, il centrosostegno arrembato e claudicante, una mezzala fragile e pallida come un re sotto il patibolo, grassoccio il portiere. Vestiva [[Colori e simboli della Juventus Football Club|braconi bianchi, calzettoni neri con due rigoline bianche, maglia bianca a strisce nere]]. Si chiamava in latino. Giocava maluccio. Il pubblico infieriva. Imperversavano "[[Associazione Sportiva Roma|i nostri]]" rosso-vino e giallo-mandarino. La squadra a strisce perse per tre a zero. Fingo il lirismo dell'amnesia. In realtà, senza aver mai prodotto il minimo sforzo per ricordarmele, ricordo con precisione inappellabile le formazioni delle due squadre, chi portava le cavigliere sopra i calzettoni e chi no, l'odore inebriante del fumo di migliaia di [[sigarette]] nell'umido pomeriggio d'[[inverno]], le grida di dileggio dei miei compaesani, la mia malinconia e la mia tenerezza. Per gli sconfitti. Ho aspettato tutta un'adolescenza, una [[Seconda guerra mondiale|guerra]], una ricostruzione, la consumazione di un primo amore e anche di un secondo, insomma quattordici anni ho aspettato perché quell'elegante endecasillabo di sconfitti a strisce mi vincesse un [[Campionato italiano di calcio|campionato]]. Da allora — ammetto — me ne ha vinti parecchi. E io continuo ad amare sconfitti che continuano a perdere. Ma nell'angolo appartato e secondario del mio cuore che concedo alla trivialità del "[[Tifo sportivo|tifo per lo spettacolo sportivo]]" mi sia consentito (anche perché me lo consento io) di amare anche questi sconfitti che vincono. ([[Vittorio Sermonti]])
*{{NDR|In occasione del ritorno in serie A nel 2007}} Oggi è il momento di ringraziare il nostro pubblico, i nostri tifosi, la gente della Juve. È il momento di ringraziare i ragazzi, i giovani, tutti quelli che non hanno mai smesso di credere nello sport e di credere in noi. Grazie a chi ha corso e non si è mai fermato, anche nei momenti più incerti e di fronte alle sfide più difficili. Ce l'abbiamo fatta. Tutti insieme. E allora grazie, per averci creduto e per non averci lasciati soli. Grazie per aver ricordato, in ogni momento, Alessio e Riccardo, che sentiamo con noi anche oggi. Oggi si chiude questa stagione e siamo pronti per ricominciare. Perché noi siamo, e saremo sempre, la Juve. Grazie a tutti. ([[Alessandro Del Piero]])
*Quando è arrivato quel ladro di Moggi ho smesso di tifare per la Juventus... non ho cambiato squadra perché non si può cambiare squadra. Quando lo abbiamo cacciato ho ricominciato a tifare per loro, però adesso hanno ripreso il potere... Moggi è sempre a Torino, Giraudo accompagna Andrea Agnelli a fare tutti... tutti i giri... mi hanno raccontato... Quindi insomma mi sono strarotto e non tifo più Juve. ([[Marco Travaglio]])