Claudio Baglioni: differenze tra le versioni

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*Darei non so che cosa per poter essere un grande direttore d'orchestra!<ref name=Mon>Citato in ''La più bella è sempre l'ultima'', ''Intervista'', ''Il Monello'', n. 37, 1975, Casa Editrice Universo.</ref>
*Devo confessare che mi piacciono gli arrangiamenti che si possono fare avendo a disposizione un'orchestra vera e propria. È il tipo di musica che preferisco.<ref name=Mon />
*[[Pino Daniele]] è un capitolo a parte. Mi ha colpito la grande napoletanità nella sua voce, nel suo modo di suonare: questo bellissimo lamento di voce e chitarra. C'è quel finale a seste che sembra quasi una tarantella suonata in quarti... sono queste le cose che la musica ti offre: le parole non si mescolano così facilmente, sono troppo pesanti.<ref>Citato in Giuseppe Cesaro, ''Oltre... tutto, Ancorassieme'', ''Chitarre'', vol. 81, dicembre 1992, p. 48.</ref>
*Diversità e molteplicità rappresentano una ricchezza e non un costo, un più e non un meno, la soluzione e non il problema. (da ''Confesso che avevo esagerato'', ''Il Venerdì'', supplemento de ''la Repubblica'', 16 maggio 2003)
*Ho sempre considerato [[Giorgio Gaber]] un cercatore. Un uomo che cercava di capire la realtà, che cercava dentro e fuori da se stesso. E, cercando, Gaber molte cose le ha trovate. Ma di lui mi ha soprattutto colpito l'incredibile talento di trovarle prima. Di anticipare il futuro dell'arte, fare esperienze che anche altri hanno fatto, ma farle molto prima di loro.<ref name=gaber>Citato in Pedrinelli, p. 33.</ref>
*Ho sempre pensato al [[tempo]] come a un contenitore e all'uomo come al suo contenuto. (da ''Va bene, dirò la verità... Sapeste che paura che ho quando scrivo canzoni'', ''TV Sorrisi e Canzoni'', 15 aprile 2003)
*I giovani di oggi hanno poca voglia di vivere, di ridere. Sono sempre alla ricerca del «massimo» in tutto, seguono ideali violenti e altissimi che probabilmente non potranno mai raggiungere.<ref name=Mon />
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*La [[pace e guerra|pace]] si conquista. La [[pace e guerra|guerra]] è conquista. [...] La pace è progetto. La guerra, rigetto. (da ''La pace è difficile. Più facile è uccidere'', ''Musica!'', supplemento de ''la Repubblica'', 13 febbraio 2003)
*[[Lampedusa]] non è una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all'Africa che all'[[Europa]]. È un quartiere di Bruxelles. (da ''"Voce" di chi non ha voce'', ''Famiglia Cristiana'', n. 38, 17 settembre 2006)
*Ma è nella semplicità che si vede la profondità possibile di un artista.<ref name=gaber/>
*Perché lì {{NDR|nel brano ''Le strade di notte''}} Gaber canta il nostro mestiere, un mestiere notturno, la ricerca di un'intuizione, la speranza di trovare qualcosa cercando. Nel cielo che di notte sembra grondi di più di note, suggestioni, ispirazioni.<ref>Citato in Pedrinelli, pp. 33-34.</ref>
*[[Pino Daniele]] è un capitolo a parte. Mi ha colpito la grande napoletanità nella sua voce, nel suo modo di suonare: questo bellissimo lamento di voce e chitarra. C'è quel finale a seste che sembra quasi una tarantella suonata in quarti... sono queste le cose che la musica ti offre: le parole non si mescolano così facilmente, sono troppo pesanti.<ref>Citato in Giuseppe Cesaro, ''Oltre... tutto, Ancorassieme'', ''Chitarre'', vol. 81, dicembre 1992, p. 48.</ref>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} ''Questa città è un ottovolante. | Un intrigo di ponti e sopraelevate. | E ogni volta una nuova emozione | salta dal cuore alla testa | dalla pancia alla gola.''<ref name=questacittà>Da [https://www.facebook.com/claudiobaglioniofficial/photos/a.359134390812780/1087501261309419/ un post] su Facebook, 6 aprile 2016; citato in ''[http://www.genovatoday.it/eventi/cultura/claudio-baglioni-dedica-superba-facebook.html Claudio Baglioni a Genova, su Facebook una poesia per la Superba]'', ''GenovaToday'', 7 aprile 2016</ref>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} ''Questa città ha musica e suoni suadenti | come le cantilene del suo dialetto. | Come un raggio che asciuga la pioggia | come una goccia che cade sul sole.''<ref name=questacittà/>
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==Bibliografia==
*Claudio Baglioni, ''Q.P.G.A. Questo piccolo grande amore'', Mondadori, Milano, 2009, ISBN 978-8804583639.
*Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', Kowalski, Milano, 2008. ISBN 978-88-7496-754-4
 
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