Alberto Ronchey: differenze tra le versioni

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*La storia degli Stati nazionali, nel «terzo mondo», continua ad essere una tragedia per coloro stessi che escono vincitori da quei terribili conflitti civili. Nemmeno i nazionalisti di Giakarta, in realtà, sanno come potranno scrivere nei libri di storia: «Il primo presidente del paese fu pessimo».<ref name="sanguinosotramonto"/>
*{{NDR|Sull'[[Italia fascista]]}} Non era permesso criticare il governo, né descrivere sui giornali gli squilibri della società; e i sindacati erano soggetti allo Stato corporativo.<ref>Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0127_01_1969_0209_0001_4960883/ ''Va male in Italia''], ''La Stampa'', 7 settembre 1969</ref>
*La potenza industriale gravita sempre più da questa parte degli Urali. Ogni anno affiorano risorse nuove: ancora ferro e carbone per la siderurgia, e minerali pregiati per l'industria dei metalli non ferrosi, e oceani di petrolio da Tiumen in su. [...]<br>Fu nel '57 che tre sapienti sovietici, Lavrentiev, Sobolev e Khristianovitch, trovarono qui il luogo propizio a fondare una «comunità del pensiero» come i cosacchi erigevano i loro posti fortificati, e i santoni ortodossi i loro monasteri. [[Akademgorodok]] nacque fra un potenziale tecnologico non affinato dalla sottile ragione e un delicato paesaggio: il lago artificiale detto «mare d'Ob». Le scure abetaie, i boschi di betulle diritte con la scorza bianca che si sfoglia a liste sottili come di seta, così russe, così fedeli alla natura della Moscovia, che sembrano prese dai racconti di caccia di [[Ivan Sergeevič Turgenev|Turgenev]]. [...]<br>Ma i protagonisti della vera vicenda di Akademgorodok, al di là dei vecchi accademici e degli studenti, sono in gran numero i giovani professori e ricercatori. L'età media degli scienziati è trentaquattro anni: è il fenomeno più singolare, e da questo dato sta nascendo la leggenda dei «ragazzi di Novosibirsk».<ref>Da ''La Stampa'', in Tommaso Pisanti e Giuliana Rose, ''{{sic|un anno un mondo}}. {{small|Antologia per la Scuola Media con letture epiche}}'', vol III, Loffredo Editore, Napoli, stampa 1978, pp. 492-493.</ref>
*In un ospizio fuori [[Mosca (Russia)|Mosca]], malato, cieco e ormai pazzo, è morto [[Varlam Tichonovič Šalamov|Varlam Tichonovic Shalamov]], autore dei "Kolymskie rasskazy", i racconti della Kolimà<ref>{{cfr}} [[w:I racconti di Kolyma|voce su Wikipedia]].</ref>, il massimo testo tramandato della letteratura concentrazionaria nell'epoca del terrore staliniano. Lassù, già dagli anni '30, si operava la "perekovka", la così detta riforgiatura degli uomini a 50 sotto zero, fra norme di lavoro forzato che imponevano di scavare fino a 800 "pudy" al giorno nella "merzlotà", il ghiaccio fossile delle miniere d'oro, e le interminabili fucilazioni d'ogni notte, fra torce fumanti e fanfare. Là, prima che a [[Treblinka]]-[[Auschwitz]], apparve l'uomo demolito dalle violenze fisiche e ideologiche del XX secolo, il "dochodjaga", il corpo senza peso, il relitto umano giunto alla fine (da "dochodit", giungere) moltiplicato su scala di massa già impensabile nelle premonizioni di [[Fëdor Michajlovič Dostoevskij|Dostoevskij]] o [[Vladimir Galaktionovič Korolenko|Korolenko]].<ref>Da ''Addio a Shalamov'', ''L'Espresso'', 7 febbraio 1982, p. 21.</ref>
*La prospettiva del settennato all'Eliseo, secondo un presidenzialismo prolungato e immune da numerosi vincoli rispetto al sistema americano, sembra ispirare a [[François Mitterrand]] un particolare senso di fruizione del potere.<ref>Da ''Le rose che non colse'', ''L'Espresso'', 16 maggio 1982.</ref>