Claudio Gorlier: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Claudio Gorlier==
*Al di là della riuscita letteraria, a dispetto della moda e delle sue contraddizioni, l'autore di ''Sulla strada'' {{NDR|[[Jack Kerouac]]}} ha rappresentato per almeno due decenni un segmento consistente delle nuove generazioni americane sostenendo con aggressività e una partecipazione tra parossistica ed estatica la parte ingrata di chi dice tormentosamente di no, a costo di rimanere prigioniero.<ref>Citato in ''Notizie bibliografiche'', in Jack Kerouac, ''Sulla Strada'', traduzione di Magda de Cristofaro, Arnoldo Mondadori Editore, 1995.</ref>
*La [[letteratura statunitense|letteratura americana]] non può non riflettere un'espansione territoriale che è tipica della storia americana: localizzata dapprima soprattutto a Est, nella Nuova Inghilterra puritana, essa si estende gradualmente a Ovest e a Sud, rispecchiando condizioni e situazioni locali assai diverse pur in una sostanziale unità. Infine, a partire dalla metà dell'Ottocento, la massiccia immigrazione dall'Europa reca una linfa nuova anche sul piano della cultura, perché larghi gruppi di «nuovi» americani provengono da aree di lingua e di civiltà non anglosassoni. Ecco allora delineati due punti chiave: l'unità nella diversità; la considerevole spinta dinamica che, in campo letterario, riproduce caratteristiche tipiche della società americana.<ref>Da ''Storia della letteratura nord-americana'', Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1970, pp. 7-8.</ref>
*{{NDR|La letteratura americana nel periodo coloniale}} Essa non poteva considerarsi semplice intrattenimento, fonte di piacere fine a se stesso, ma doveva servire a propagandare le verità religiose, a illustrarle, ad abbellirle, uniformandosi ai princìpi del [[Puritanesimo]]. Inconcepibile risultava, quindi, la figura dello scrittore o del letterato di professione: all'uomo di lettere spettava la sua parte di attività pratica per il progresso e il consolidamento della colonia. L'attività propriamente creativa veniva dopo e non doveva discostarsi dalle aspirazioni, dal fondamento ideologico della colonia, perché altrimenti si sarebbe risolta in inutile o dannosa frivolezza, in colpevole perdita di tempo, sostanzialmente mondana, e dunque peccaminosa. Un simile atteggiamento non va mai dimenticato quando si prende in considerazione la letteratura americana nel suo insieme, in quanto perdura e in parte si spinge fino ai nostri giorni, fatto proprio dall'America moderna uscita dall'età industriale, in cui la nozione che la cultura deve essere «utile» e contribuire al progresso del Paese persiste largamente.<ref>Da ''Storia della letteratura nord-americana'', pp. 11-12.</ref>
 
==''Il romanzo ripudiato''==
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==Bibliografia==
*Claudio Gorlier, ''Il romanzo ripudiato'', ''La Fiera Letteraria'', 19 ottobre 1967.
*Claudio Gorlier, ''Storia della letteratura nord-americana. {{small|Letteratura universale a cura di Luigi Santucci, vol XXV}}, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1970.
 
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