Stendhal: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Quella specie di [[coraggio]] ridicolo che si chiama [[rassegnazione]]. (Libro Primo – Capitolo II)
*La contessa tornò con Fabrizio a rivedere i deliziosi dintorni di Grianta, celebrati da tutti i viaggiatori: la villa Melzi dall'altra parte del lago, di fronte al castello, cui fa da prospettiva, più su, il bosco sacro di Sfondrata e l'arduo promontorio che separa i due bracci del lago, quello di Como così voluttuoso, quello che va verso [[Lecco]] sì pieno di austerità: aspetti sublimi e graziosi che il luogo per beltà più famoso nel mondo, la [[Golfo di Napoli|baia di Napoli]], eguaglia ma non supera. Con vero rapimento la contessa sentiva ravvivarsi i ricordi della sua prima giovinezza e li paragonava alle sue sensazioni presenti. «Il [[lago di Como]] — diceva — non è come il lago di Ginevra circondato di grandi campi ben delimitati e coltivati coi migliori sistemi, che fanno pensare ai denari e alla speculazione. Qui da qualunque parte io mi volga veggo colli di ineguali altitudini vestiti di alberi piantati alla ventura che la mano dell'uomo non ancora ha guasti e costretti a fruttar bene. Tra questi poggi dalle linee ammirevoli che precipitano verso il lago per tanto singolari scoscendimenti, mi è consentito serbar le illusioni destate dalle descrizioni dell'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e del [[Torquato Tasso|Tasso]]. Tutto qui nobilmente, squisitamente parla d'amore, nulla v'ha che rammenti le brutture della civiltà. A mezza costa, celate da grandi alberi, si rannicchiano le borgate e oltre le vette degli alberi spunta, si erge la vaghezza architettonica dei loro campanili. Se qualche campicello si intromette qua e là nei gruppi di castagni e di ciliegi salvatici, le piante paion crescervi felicemente più vigorose che altrove e lo sguardo vi si riposa contento. E di là dai colli, le cui sommità offrono eremi che si abiterebbero tutti volentieri, l'occhio attonito scorge il perpetuo niveo candor delle cime delle Alpi che nella lor solenne austerità gli rammentano quel tanto delle avversità della vita, quanto basti a maggiormente pregiare il presente benessere. Il suono della campana di un lontano villaggio sperduto fra le selve stimola la fantasia: le note scorron sulle acque attenuandosi in un tono di malinconia rassegnata e sembrano dire all'uomo: la vita fugge, non opporre resistenza alla felicità che ti viene incontro... affrettati a goderne.» (Libro Primo – Capitolo II, 1930, pp. 38-39)
*Soprattutto non bisogna formulare obiezioni mediante i vari pezzi della propria [[ignoranza]]. (Libro Primo – Capitolo VII)
*Un individuo anche mezzo scemo, ma che sia accorto, sempre prudente, assapora spesso il [[piacere]] di avere la meglio sugli uomini di immaginazione. (Libro Primo – Capitolo X)
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==Bibliografia==
*Stendhal. ''[http://www.liberliber.it/libri/s/stendhal/index.htm La badessa di Castro]'', Freebook, Edizioni LibroLibero, Piazza S. Maria del Suffragio, 6, 20135 Milano.
*Stendhal, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/stendhal/index.htm La certosa di Parma]'', traduzione di Ferdinando Martini, Milano-Verona, Mondadori, 1930.
*Stendhal, ''La Certosa di Parma'', traduzione di Annamaria Laserra, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma, 2004.
*Stendhal, ''Il rosso e il nero'', traduzione di Diego Valeri, G. C. Sansoni, Firenze, 1967.