Marco Tabarrini: differenze tra le versioni

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*Il conte [[Luigi Serristori|Serristori]] non era uomo da riposare negli ozi della vita domestica, e appena lasciato l'Oriente si diede a preparare una ''Statistica generale dell'Italia''; opera in quei tempi malagevole, per non dire impossibile, tanto erano imperfetti i dati sparsamente raccolti, tanto gelosi i governi a tenerli celati. Ma nessuna difficoltà valse a distogliere il Serristori dal suo proposito, e con frequenti viaggi e pazienti ricerche, poté finalmente venire a capo del suo lavoro; il quale se non riuscì come il suo autore avrebbe voluto, pur rimase per molti anni l'unico libro che gli Italiani potessero consultare per conoscere le forze economiche del loro paese, e quanto altro sull'Italia non dicono i poeti e gli scrittori di romanzi. (p. 48)
 
*La [[statistica]] per sé sola è nulla, e si presta compiacente a sostegno di tutte le teorie; ma dove se ne usi secondo ragione, può dar gran lume ai governi, e risparmiare errori economici che hanno apparenza tradizionale di verità. (pp. 48-49)
 
*Il [[Pietro Capei|Capei]] portava con sé riputazione di sapere, coscienza scrupolosa nell'adempimento del proprio ufficio, severità per le discipline scolastiche. Il modo suo d'insegnare, sulle prime, non avea nulla di attraente; arido nella forma, dogmatico e dottrinale nella sostanza, chiuso nella precisione delle formule dei romani giureconsulti, sembrava fatto per mortificare le fantasie giovanili. Ciò non di meno i giovani lo seguivano con amore, poiché presto si avvedevano che quel paziente tirocinio conduceva ad una perfetta cognizione del diritto romano; e che decifrando con diligenza quelle lezioni pienissime di dottrine giuridiche e di illustrazioni storiche, la mente era nutrita di cose e non pasciuta di parole. (pp. 145-146)