Italo Calvino: differenze tra le versioni

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*Dietro il milite delle [[fascisti|Brigate nere]] più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'[[Olocausto]]; dietro il [[partigiano]] più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/13/lezione-da-calvino.html A LEZIONE DA CALVINO]'', ''ricerca.repubblica.it''.</ref>
*È difficile associare l'idea della morte – e fino a ieri quella della malattia – alla figura di [[Elio Vittorini|Vittorini]]. Le immagini della negatività esistenziale, fondamentali per tanta parte della letteratura contemporanea, non erano le sue: Elio era sempre alla ricerca di nuove immagini di vita. E sapeva suscitarle negli altri.<ref>Da ''Il Confronto'', II, 10, luglio-settembre 1966</ref>
*Era ora. Da vent'anni la letteratura italiana ha uno scrittore che non assomiglia a nessun altro, inconfondibile in ogni sua frase, un inventore inesauribile e irresistibile nel gioco del linguaggio e delle idee... [[Giorgio Manganelli|Manganelli]] è il più italiano degli scrittori e nello stesso tempo il più isolato nella letteratura italiana.<ref name="centuria">Dall'introduzione a [[Giorgio Manganelli]], ''Centuria'', Adelphi, Milano, 1995. ISBN 88-459-1152-7</ref>
*[[Ernest Hemingway|Hemingway]] è figlio delle contraddizioni di un'epoca: ribelle e denunciatore per un verso, ma per un altro senza fiducia in un avvenire, e invece disperatamente in cerca di un mito oscuro di antichità: l'[[Europa]], il Cattolicesimo, l'[[Italia]], la [[Spagna]].<ref>Citato in Giuseppe Trevisani, ''Hemingway'', CEI, Milano 1966.</ref>
*Il genere umano è una zona del vivente che va definita circoscrivendone i confini.<ref>Dall'introduzione a [[Plinio il Vecchio]], ''Storia naturale'', Einaudi.</ref>
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==''Le città invisibili''==
 
=== '''''[[Incipit]]''''' ===
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice [[Marco Polo]] quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con piú curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore.
 
=== Citazioni ===
*«Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t'ho detto. Già il Gran Kan stava sfogliando nel suo atlante le carte della città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World. Dice:— Tutto è inutile, se l'ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.»
*Kublai domanda a Marco: — Quando ritornerai a Ponente, ripeterai alla tua gente gli stessi racconti che fai a me?<br />— Io parlo, parlo, — dice Marco, — ma chi m'ascolta ritiene solo le parole che aspetta. Altra è la descrizione del mondo cui tu presti benigno orecchio, altra quella che farà il giro dei capannelli di scaricatori e gondolieri sulle fondamenta di casa mia il giorno del mio ritorno, altra ancora quella che potrei dettare in tarda età, se venissi fatto prigioniero da pirati genovesi e messo in ceppi nella stessa cella di uno scrivano di romanzi d'avventura. Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio.