Aldo Ciccolini: differenze tra le versioni

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*[...] io considero l'interpretazione qualcosa di strettamente connesso al testo. Anzi, andrei ancora più lontano. Potremmo dire che ciò che noi chiamiamo interpretazione non è mica la colomba dello Spirito Santo che si pone sulla nostra spalla sinistra durante il concerto; no, per niente, è un certo momento nel quale siamo tentati di credere che stiamo riproponendo il pensiero dell'autore.<ref>Da Dario Candela, ''Conversazioni con Aldo Ciccolini. {{small|Con un'appendice sullo studio del pianoforte ed esercizi di tecnica}}'', Curci, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=p5SJCssmK8oC&lpg=PA9&dq=&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29]. ISBN 9788863951219</ref>
*[...] se in [[Fryderyk Chopin|Chopin]] la sofferenza è profondamente sentita e palpabile, in [[Franz Schubert]] questo dolore è mascherato da euforia, come diceva [[Robert Schumann|Schumann]], il sorriso tra le lacrime; e questo me lo rende ancora più caro, perché Schubert non mi chiede né comprensione né pietà, ma offre bellezza, tutto ciò che egli non ha avuto.<ref>Da ''Conversazioni con Aldo Ciccolini'', p. 32.</ref>
*Sono interessato alla [[dodecafonia]] e ho suonato con piacere il Concerto di [[Arnold Schönberg|Schönberg]]. Così come ho avuto interesse per Casella, Malipiero, Dallapiccola. Poi mi sono fermato. Ho avuto l'impressione che si scrivesse sempre più una [[musica]] avulsa dall'umano, ridotta a semplice fenomeno sonoro. Ma di per sé la musica non può esistere. Deve sempre parlare all'uomo.<ref>Dall'intervista di Alessandro Beltrami, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/intervista_ciccolini_201008130833442200000 INCONTRO CON IL MAESTRO. Gli 85 anni di Ciccolini il poeta del pianoforte]'', ''avvenire.it'', 13 agosto 2010.</ref>
 
==Note==
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==Altri progetti==
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