Arnold Schönberg: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Arnold Schönberg==
*Atonale potrebbe indicare solamente qualche cosa che non corrispondesse assolutamente alla natura del tono.<br>Già l'espressione «[[musica tonale|tonale]]» è usata inesattamente quando la si intenda in senso esclusivo e non inclusivo. Solo nel seguente modo può aver valore: tutto ciò che risulta da una serie di note, coordinato sia mediante il diretto riferimento ad un'unica nota fondamentale, sia mediante collegamenti più complicati, costituisce la tonalità. Che da questa definizione, l'unica giusta, non si possa ricavare alcun contrario corrispondente alla parola [[atonalità]], mi sembra evidente. [...]<br>Un pezzo musicale dovrà sempre essere tonale almeno per il fatto che da suono a suono deve sussistere una relazione mediante la quale le note, poste l'una accanto all'altra o l'una sopra l'altra, formino una serie riconoscibile come tale. La tonalità può forse non essere avvertibile, né dimostrabile, queste relazioni posso essere oscure e difficilmente comprensibili, o addirittura incomprensibili. Ma un rapporto di note si potrà tanto poco chiamare atonale, quanto un rapporto di colori si possa definire aspettrale o acomplementare. Questa antitesi non esiste.<ref>Da Appendice prima: ''Scritti di Arnold Schoenberg'', in Luigi Rognoni, ''La scuola musicale di Vienna'', Einaudi, Torino, 1974. In Myriam Cristallo, ''Il novecento. {{small|Storia scienza arte della società industriale avanzata}}'', vol II, Documenti, Paravia, Torino, p.151.</ref><ref>Con questa traduzione: "Chiamare atonale qualsiasi relazione fra toni è come definire aspettrale o acomplementare una relazione fra colori. Questa antitesi non esiste." in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 244. ISBN 9788858022894</ref>
*Chiamare atonale qualsiasi relazione fra toni è come definire aspettrale o acomplementare una relazione fra colori. Questa antitesi non esiste.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 244. ISBN 9788858022894</ref>
*Ciò che aiuta l'ascoltatore a tenere in mente l'idea e a seguirne lo sviluppo è l'organizzazione del brano.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 243. ISBN 9788858022894</ref>
*Detesto che mi si definisca rivoluzionario... sin dai miei esordi sono stato sensibilissimo alla forma e ho avversato con tutta l'anima le esagerazioni.<ref>Citato in [[Walter Laqueur]], ''La Repubblica di Weimar'', traduzione di Lydia Magliano, Rizzoli, Milano, 1977, cap. IV, p. 199.</ref>