Tullio Kezich: differenze tra le versioni

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*«Salvatore Giuliano» è il capolavoro di un grande regista {{NDR|[[Francesco Rosi]]}} che anziché limitarsi a rappresentarla è riuscito a trasferire sullo schermo una verità non solo cronachistica o giudiziaria. Il momento alto fu la ricostruzione della strage di Portella, nei luoghi veri e con gli autentici abitanti dei paesi coinvolti come in uno psicodramma. Solo il cinema permette di fare esperienze di questo genere.<ref name=seraottobre/>
*{{NDR|Sul regista [[Salvatore Samperi]], in riferimento a ''Grazie zia'', il film del suo debutto}} Samperi rivela un estro notevole, una sensualità non volgare e una partecipazione che ci sembra non provvisoria.<ref >Citato in Bepi Vigna,
''[http://teoremacinema.com/salvatore-samperi-da-grazie-zia-a-malizia/ Salvatore samperiSamperi: da "Grazie zia" a "Malizia"]'', ''leoremacinema.com'', 13 novembre 2016.</ref>
*Se è vero che la lavorazione di ogni film felliniano è caratterizzata da un'atmosfera particolare, da un umore predominante del regista che lo accompagna dall'inizio alla fine, ''[[8½]]'' è insieme il film del dubbio e dell'ostinazione, della tentazione di piantare tutto e del perfezionismo esasperato. Nebuloso nella progettazione, accuratissimo nell'esecuzione.<ref>Da ''Federico: Fellini, la vita e i film'', Feltrinelli Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=x0wvyjtjAPMC&pg=PA238 p. 238]. ISBN 88-07-49020-X</ref>
*{{NDR|Su ''[[Fargo]]''}} Straordinaria tragicommedia dove le più svariate e raffinate componenti intellettuali si innestano su una trama di genere, ''[[Fargo]]'' gioca a opporre la normalità del [[bene]] alla normalità del [[male]]: l'una e l'altra sono rappresentate con ineffabile ironia in situazioni e dialoghi essenziali. I personaggi appaiono immersi nel torpore della vita provinciale, sia quelli che hanno trascurato di mettere l'orologio all'ora attuale, sia quelli che si illudono di incrementare il proprio destino con spunti di cinismo o atti di violenza. Tutti guardano la Tv: ladri, guardie e gente comune. E Marge, in particolare, è una donna comune di tipo non comune: la prova vivente che nella confusione odierna l'attaccamento tranquillo ai propri compiti (il marito, la famiglia che cresce, il dovere del servizio) rappresenta l'unica alternativa. [...] Vorrei concludere, profetizzando: è un film che resterà.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/15/America_dei_fratelli_Coen_centro_co_0_9605155466.shtml L'America dei fratelli Coen fa centro a Cannes]'', ''Corriere della Sera'', 15 maggio 1996, p. 31.</ref>