Giovanni IV d'Etiopia: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giovanni IV d'Etiopia==
*Figliuoli, se non volete morir di sete andatevi a cercar l'acqua oltre la linea nemica. (dichiarazione durante la battaglia di Gura, marzo 1876)<ref>Citato in [[Giuseppe Vigoni]], ''[https://archive.org/details/VigoniAbissinia/page/n5 Abissinia, giornale di un viaggio]'', Ulrico Hoepli, 1881, p. 109</ref>
*Gli Egiziani hanno invaso il mio Stato senza mandarmi una intimazione di guerra, io quindi ho il diritto di trattarli non come un esercito nemico che mi muove incontro, ma come una banda di briganti che venne ad assalirmi a tradimento: li respingo dunque, ma non degno continunare la lotta con loro; solo, ora che le ostilità sono aperte, mi riservo di attaccarli quando a me piacerà, senza necessità di mandare intimazioni e senza tema di mancare per questo alle regole della cavalleria e della guerra fra gente civile. (dichiarazione dopo la battaglia di Gura, marzo 1876)<ref>Citato in [[Giuseppe Vigoni]], ''[https://archive.org/details/VigoniAbissinia/page/n5 Abissinia, giornale di un viaggio]'', Ulrico Hoepli, 1881, p. 110</ref>
*Le mie terre sono le terre del Signore, ed io non posso chiuderle che ai cattivi; gli Italiani sono buoni ed io desidero di vederli. (lettera a Teresa Naretti, moglie di [[Giacomo Naretti]], dicembre 1878)<ref>Citato in [[Pellegrino Matteucci]], ''In Abissinia. Viaggio di Pellegrino Matteucci'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1880, p. 77</ref>
*Per quello che riguarda gli affari con gl'Italiani, il loro inganno e la loro malafede non cessano mai. Prima vennero da me per chiedermi la via di Harrò e volevano impossessarsi dell'Aussa dicendomi che così avremmo potuto fare una buona strada pel commercio. Io non aderii né a questa né a molte altre proposte che mi fecero e li feci ripartire senza dare ascolto alle loro parole. Disgustati pel modo col quale li avevo licenziati, per vendetta hanno occupato Massaua e tutti i luoghi che avevano preso gli Egiziani. (lettera a [[Menelik II|Menelik]], 8 ottobre 1885)<ref name="crispi">Citato in [[Francesco Crispi]] e Tommaso Palamenghi-Crispi, ''La prima guerra d'Africa: Documenti e memorie'', Fratelli Treves, 1914, pp. 11-12</ref>
*Gli italiani non sono venuti da queste parti perché nel loro paese manchi il pascolo e il grasso, ma vengono qui per ambizione, per ingrandirsi, perché sono troppi e non sono ricchi. Con l'aiuto di Dio, ripartiranno umiliati e scontenti e con l'onore perduto davanti a tutto il mondo. [...] Come Adamo volle gustare il pomo proibito per l'orgoglio di diventare più grande di Dio e invece non trovò che il castigo ed il disonore, così accadrà agli italiani. (lettera a [[Menelik II|Menelik]], 8 ottobre 1885)<ref name="crispi"/>
*{{NDR|Rivolto a missionari protestanti svedesi}} Come? Per venire sino a qui siete passati a traverso paesi musulmani e non vi ci siete fermati? Non avete neppur tentato di convertire i seguaci di Maometto e venite a infastidire i devoti di Cristo? Quello il campo vostro: qui non c'è bisogno di voi.<ref>Citato in [[Ferdinando Martini]], ''Nell'Affrica italiana'', Fratelli Treves editore, 1895, p. 134</ref>
*Gli Egiziani hanno invaso il mio Stato senza mandarmi una intimazione di guerra, io quindi ho il diritto di trattarli non come un esercito nemico che mi muove incontro, ma come una banda di briganti che venne ad assalirmi a tradimento: li respingo dunque, ma non degno continunare la lotta con loro; solo, ora che le ostilità sono aperte, mi riservo di attaccarli quando a me piacerà, senza necessità di mandare intimazioni e senza tema di mancare per questo alle regole della cavalleria e della guerra fra gente civile.<ref>Citato in [[Giuseppe Vigoni]], ''[https://archive.org/details/VigoniAbissinia/page/n5 Abissinia, giornale di un viaggio]'', Ulrico Hoepli, 1881, p. 110</ref>
*Il Vangelo è uno, Dio è uno, la fede è una; io ho chiese, io ho vescovi, io ho preti, e questi sanno benissimo isnegnare da loro il Vangelo al mio popolo.<ref name="vigoni185">Citato in [[Giuseppe Vigoni]], ''[https://archive.org/details/VigoniAbissinia/page/n5 Abissinia, giornale di un viaggio]'', Ulrico Hoepli, 1881, p. 185</ref>
*Io accetto volontieri negozianti, viaggiatori, lavoranti in tappeti, in sete, in armi, operai che lavorano il legno, ma non gente che vuole immischiarsi nella religione del mio popolo...<ref name="vigoni185"/>