Menelik II: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Durante la grande fame del 1888-1892}} Oh! Come il mio paese è caduto in rovina! Il mio popolo è finito!<ref>Citato in Angelo Del Boca, Il Negus, Editori Laterza, 2007, p. 20, ISBN 978-88-420-8310.8</ref>
*{{NDR|Proclama dopo la controversia del trattato di Uccialli}} Sino a oggi Iddio mi ha conservato abbattendo i miei nemici ed estendendo il mio regno. Sino a oggi ho regnato per la grazia di Dio. Se dovessi morire non ne sarei afflitto perché tutti dobbiamo morire. Ma Iddio non mi ha mai umiliato e ho fiducia che non mi umilierà mai. È arrivato tra noi un nemico che rovina il paese, che muta la religione e che ha passato il mare datoci da Dio come frontiera. Riflettendo che i guerrieri erano morti e che il popolo era esausto per la carestia nulla ho voluto tentare fino a ora. Ma questo nemico comincia ad avanzare forando la terra come le talpe. Con l'aiuto di Dio non gli lascerò il mio paese.<ref>Domenico Quirico, ''Adua {{small|La battaglia che cambiò la storia d'Italia}}'', Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2004, p .46, ISBN 88-04-52681-5</ref>
*{{NDR|Dopo la [[battaglia di Adua]]}} Portatemi [[Giuseppe Galliano|Galliano]], lo Scium di Macallè. [...] Portatemi qua la sua testa.<ref>Citato in Arnaldo Cipolla, ''Nell'impero di Menelik'', Milano, Società Editrice la Grande Attualità, 1911, p. 58</ref>
*{{NDR|Bando per la successione}} Del mio paese, dell'Etiopia miei uomini, miei figli, miei fratelli, sino ad ora per grazia di Dio senza nessuna onta il mio paese ho governato. So che mi avete voluto bene e siccome avete sempre avuto un unico pensiero, la patria nostra, l'Etiopia sinora dal nemico non è stata soggiogata. Come già prima vi avevo fatto conoscere la volontà di Dio si avveri. Ho pensato di lasciare il trono al figlio di Uizerò Scioaregasch che ha avuto da Ras Micael. È Lig Yasu (Giosuè). Gli ho dato per tutore Ras Bituadet Tesamma. Chi guarderà il trono è lui, altro figlio maschio non ho. In questa determinazione sono venuto acciocché venendo a mancare un giorno da casa mia non vi abbiate a spaventare. Finché ci sono io, di qua e di là andiamo facciamo questo di male, qualora ci fosse qualcuno che dicesse, lo maledirò. Lo raggiunga la maledizione di Giuda, lo soggioghi la bestemmia di Jaros. Colui che andrà contro la mia parola lo tradisca la terra, vi soggiorni dove esso abita il cane nero. I Capi che ho fatto crescere militari grandi e piccoli che andranno contro la mia volontà li maledirò. Dopo di me colui che non seguirà il mio figlio lo maledirò e se lui andrà contro la volontò dei Padri vostri e dei suoi amici, e qualora facesse male maledirò il tutore di Lig Yasu che io gli ho dato, Ras Bituadet Tesamma.<ref>Citato in Arnaldo Cipolla, ''Nell'impero di Menelik'', Milano, Società Editrice la Grande Attualità, 1911, p. 118</ref>